domenica 17 settembre 2023

LEGGITI KUHN 2/3 - BY STARBUCK

“La verità emerge più facilmente dall’errore che dalla confusione”
Gli ultimi tre confronti che ho avuto su “la strutura delle rivoluzioni scientifiche” e su Kuhn in generale,
evidenziamo come secondo me l’autore avesse colto bene alcuni aspetti del funzionamento dell’odierno
mondo scientifico. Sottolineavo – e rielaboravo – che per come la osservo e la vivo io, nella “comuntità
scientifica” (o meglio, nelle tante piccolo sotto-comunità scientifiche) si tende a spolpare l’osso della
ricerca principale senza aggiungere nulla di veramente significativo: se si hanno idee divergenti o i conti
non tornano meglio in caso tacere (quantomeno fino ad avere il prossimo postdoc-barra-progetto in
mano). Curioso però come i miei interlocutori mi chiedessero se coglievo l’aspetto di influenza della
società nelle rivoluzioni scientifiche.
Il libro in questione può essere letto in molti modi. La prima e andarci in mezzo in maniera spontanea.
La seconda è chiedersi chi era Kuhn e notare a questo punto che ha coperto due distinte cattedre: di
Storia della Scienza e di Filosofia della Scienza. La terza (e qui siamo già un passo avanti)
contestualizzare in che dibattito si situava Kuhn: Popper, Lakatos, Feyenman. Ho un simpatico libro
(curato da Giorello) che raccoglie gli atti di un congresso dove facevano allegramente a sportellate. Su
cose tipo “esiste una storia della scienza” o c’è solo una “filosofia della scienza”. Si perché dalla
cattedra in epistemiologia di Mach passando dal circolo di Vienna, bisognerebbe un attimo gettare uno
sguardo su tutto il dibattito che si sviluppava a inizio secolo sulla epistemiologia. Ora io non entro in
dettagli (perché sarebbero discussioni e le discussioni preferisco affrontarle in flesh and bone e non in
versione virtuale) però Kuhn va letto nel contesto di questo dibattito. Leggerlo dal punto di vista di
quello che erano le scoperte che si agitavano attorno agli anni 60, secondo me è forzato, così come la
prospettiva delle “rivoluzioni scientifiche” è di prospettiva più lunga, molto più lunga di un secolo.

E l’aspetto sociale. Perché se lo chiedete a uno che di mestiere fa qualcosa-di-filosofico, la domanda
sarà sul peso che Kuhn dà all’influenza della società e al contesto sociale sull’avvenire della
rivoluzione. “Leggiti Lakatos” mi dirà uno, “è più equilibrato, una posizione intermedia tra lui e
Popper”. E al di là che poi a uno piaccia o meno Lakatos, riconosco che Kuhn va anche situato (forse
primariamente contestualizzato) nel dibattito filosofico sulle scienze del suo periodo ( ... e dovrei mettere filosofico tra virgolette perché ad un certo punto della storia si giunge a fare il funerale alla filosofia ).
Insomma, difficile capirlo fino in fondo senza essere passati da Popper e da un po’ di epistemiologia del
periodo.
Quindi il mio “leggiti Kuhn”, è stato seguito poi da qualche scambio sul tema ed un “ma guarda  CS che
bisogna che te lo leggi contestualizzato nel suo terreno” da parte mia, perché altrimenti si rischia
comunque di ridurre un tema complesso, e questa che avete tra le mani è una risposta un po’ più
estesa riuardo a come secondo me andrebbe letto Kuhn (o almeno la via da percorrere per chi ne avesse tempo e mezzi). Ah, dimenticavo: Kuhn è un piacione, scrive bene e vi convince altrettanto, se vi addentrate nella lettura, tenetelo a mente.
Chiudo a cerchio sulla citazione iniziale, che si ritrova anche ne “ la struttura delle Rivoluzioni
Scientiticihe” di Kuhn, e che è di Francesco Bacone da Novum Organum. Se avete presente la Royal
Society, sappiate che l'opera di Francesco Bacone è una influenza massiccia nella sua genesi, ed è il metodo di Bacone quello che Boyle recupera come fondante della famosa società. Uno di quelli che vengono dalla filosofia mi faceva notare che “il puparo” (Boyle, affettuosamente appellato “il puparo della Royal Society”, N.d.A.) “recupera Bacone e il Novum Organum, ma solo la prima parte, quella che gli serviva... leggiti la seconda parte e poi ne riparliamo”. Ovviamente sto leggendo.​ 

NdCS: Il primo post è qua https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/09/leggiti-kuhn-1-di-x.html

giovedì 14 settembre 2023

LO STATO DELLA RECESSIONE

Eccerto...  nessuna parola sui gli ingredienti farmaceutici generici cinesi (per tacere di CRO e CDMO cinesi), ma le auto elettriche no, non ce le toccate (che Mercedes e Volkswagen ci hanno investito tanto).

Perché dico questo? Perché... è lunga e ormai troppo vecchia (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/10/report-principi-cattivi-leuropa.html)

Fa un po' ridere sentire "non lasceremo indietro nessuno" quando tra i lasciati indietro ci sono Spagna, Portogallo, Italia e Grecia. E' una cosa di cui ogni tanto si parla, alla macchina del caffè, tipo "Noi che veniamo dai PIGS". All'ingegnere chimico spagnolo (lei alla fine l'ha sfangata, è sopravvissuta) lo dicevo: pensa agli anni 70, Portogallo Salazar, Spagna Franco (e dava rifugio ai neofascisti italiani), Grecia i colonnelli. L'Italia aveva il più grosso partito comunista europeo è si è beccata il low intensity warfare (stragi, strategia della tensione etc). Io ormai non sono solo un expat tra gli expat. Sono anche un cosmopolita di quelli (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/10/cosmopolitismo.html), per formazione e necessità.

La prospettiva storica (il contesto) al solito manca. Come diceva Ken Loach, alla fine l'Unione Europea è una sovrastruttura del capitalismo (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/04/satira-e-politica.html).

Questo è un post che non ha senso se non vi fate un giro tra i post linkati. Ma vi posso garantire che c'è ancora vita (per ora, ma la situazione sta peggiorando molto) nelle nazioni vincenti dell'Unione. Purtroppo, e la Van der Leyen non lo può dire, fuori dall'EU c'è di più. Più speranza, più prosperità,  etc etc.

Il format "Lo stato di..." ormai l'ho visto replicato in quantità di contesti. Essendo il modello l'archetipico "Stato dell'Unione" yankee, ogni replica ai più diversi livelli mi è sembrata... preposterous. Esattamente come questa. L'EU avrebbe dovuto essere protagonista, nel percorso della storia dell'umanità. Di questo passo finirà per essere un nano più basso di quanto non sia oggi. E hanno fatto tutto con le loro manine.

mercoledì 13 settembre 2023

IL CONTESTO, PER CHI SE LO E' SCORDATO

https://www.repubblica.it/salute/2023/09/13/news/covid_vaccini_cdc_pfizer_moderna-414305781/

Non c'è bisogno che vi ricordi quanto, a livello globale (cioè anche in Italia) si siano levati cachinni su Trump che si era messo in tasca FDA. In realtà l'agenzia e il suo Commissioner (da Trump voluto) esercitarono tutto il loro potere per rimanere l'Agenzia e rimandare al mittente i tentavi di mettergli una cavezza. Poi sono arrivati i democratici e tutto questo è ovviamente finito e diventanto un lontano ricordo... ops, no.

Poi è arrivata l'amministrazione Biden e la morsa sull'agenzia è diventata 10 volte più forte, tanto da far dimettere in blocco i vertici dei vaccini a FDA (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/09/maretta-fda.html). E non solo, non se andarono in silenzio. Parlarono ad alta voce, e non per strada davanti alla Casa Bianca. No, lo fecero su Nature (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/09/non-andartene-docile-in-quella-buona.html). Ma in realtà questo non è accaduto, è roba che non esiste. I media italiani, anche quelli specializzati in sanità, i vari pensieri scientifici e annessi più o meno senili non spiccicarono una mezza parola al riguardo. Silenzio e mutismo. Un silenzio e un mutismo talmente assordanti che un mio vecchio amico che mi segue, a distanza di due anni, quando ricitai i fatti mi rispose "E' pazzesco, non è possibile che non se ne sia parlato".

Invece dando un occhio alle tendenze italiane non solo è possibilissimo, ma lo scrivente ritiene di essere l'unico ad aver rilanciato queste notizie in italiano. Roba da complottisti, beninteso: Nature, FiercePharma...

Inutile ribadire che c'è un problema di "comunicazione della scienza" in Italia. Sì, e il problema sono quelli che la vogliono comunicare o si piccano di comunicarla per mestiere.

Inutile ribadire che le politiche sanitarie sono al 95% politica e al 5% sanità (se va bene).

Vorrei solamente porre una nota su alcune tonnellate di "contesto mancante". Ecco, se volete il contesto della notizia dello screenshot nei link trovate tutto. Quanto al link sotto all'immagine: Repubblica, what else?

lunedì 11 settembre 2023

RICCIARDI: UNA GARANZIA

 

Bisogna riconoscere a Walter Ricciardi una coerenza fuori della norma, ferrea, senza traccia di incrinature.

E' SEMPRE stato dalla parte sbagliata dei dati, MAI ha azzeccato una previsione (non a caso è stato il superconsulente di Roberto Speranza). E almeno dal 2016, mica bruscolini. Sì, perché in sette anni ho visto fare dietro front a moltissimi soggetti, e quando non erano inversioni a U erano almeno sensibili aggiustamenti di tiro (in un senso o nell'altro).

Il Walterone invece? Tirava diritto, senza esitazioni. E ha continuato a farlo. Una garanzia, incurante dei ceffoni che gli avvenimenti gli tiravano. Al confronto Brusaferro che dava per buoni dati di grandezza inferiore al Confidence Interval (cioè indistinguibili dall'errore di misura) ha fatto la figura della comparsa, del dilettante.

Nel 2016 era ben chiaro perché non si dovevano accettare caramelle dagli sconosciuti e numeri da Ricciardi (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/06/dichiarazioni-dannata-2016-docg.html). Il gran ritorno di polio e difterite in Italia: mai verificatosi. Nel 2017 sparava alto sull'outbreak di morbillo in Italia (troppo alto e completamente fuori bersaglio https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/modelli-art-attack-numeri-al-lotto-e.html).

Nel 2018 si pronunciava contro la correlazione tra alcuni lotti Fluad e decessi inaspettati - ma i lotti di Fluad invece furono ritirati (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/06/vaccini-eparina-politica.html).

Sempre nel 2018 Vittorio Demicheli implorava trasparenza come antidoto contro i complottismi e Ricciardi fu in prima fila tra quelli che ne chiesero la testa (assieme alla crème de la crème, cioè la sanità politicizzata al 200%, Siquilini, Guerra etc https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/06/coc hrane-sulla-vaccinazione-antimorbillo.html )

Uno che nel 2019 si dimetteva dalla direzione ISS per incompatibilità con una componente minoritaria del nuovo governo (mentre scandali di falso in ricerca e vaccini anti AIDS che avevano avuto l'endorsement dell'instituto ovviamente non c'entravano niente https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/03/il-punto-politico-una-crisi-di-nervi-in.html)

Nel 2020 era tra quelli che declamavano l'efficacia anticovid di qualsiasi altro vaccino (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/05/obbligo-per-lantiinfluenzale.html), grande cazzata prontamente caduta nel nulla.

Nel 2021 si scagliava contro la perfida Albione e il suo freedom day (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/11/poi-ingrani-la-sesta-e-produci-meno-co2.html)

Nel 2022 dava dei volgari mentitori al governo danese, e su twitter mi scappò una precisazione:

https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/02/la-fine-della-pandemia-la-decidiamo-noi.html

 

Quindi se la notizia è che Ricciardi è terrorizzato possiamo tranquillamente evitare ogni chiusura e dormire tra due guanciali. 

(E non vedo mezza ragione per attaccare volgarmente chi dice prudenza ma niente paura)



domenica 10 settembre 2023

GLI ALLARMI CHE NON ESISTEVANO (COVID)

https://www.ilsole24ore.com/art/allarme-suicidi-i-giovani-vicari-sono-70percento-ricoveri-AF6SHCm
 

A proposito di quelli hail to the chief che dicevano di parlare nel nome della scienza, nella fattispecie su scuole chiuse, didattica a distanza etc etc etc. - e me ne ricordo uno che parlava del dramma dei minori che avevano perso uno o entrambi i genitori per COVID, in opposizione, come se la cosa fosse la conseguenza della mancata applicazione della demenza zerocovid. L'articolo si nasconde dietro un generico "colpa del COVID", come se non ci fossero state misure che colpivano pesantemente i giovani in età scolastica. E allora forse chi decideva, potendo, di scegliere scuole al di là del confine che non chiudevano e campionati di calcio tra ragazzi che andavano avanti ha fatto la scelta più razionale che si poteva fare (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/10/la-spocchia-dellemigrante-ed-il.html).

La dementocrazia italiana tra il 2020 e il 2022 ha dato il peggio di sé: una dementocrazia mal vissuta, di una senilità traboccante di vituperio per tutto ciò che è ancora giovane o vitale.

Solo pochi, quando si urlava all'apocalisse magnificando i decessi del giorno e il collasso delle terapie intensive, hanno osato parlare dei rischi e dei costi delle misure antipandemiche, e mediamente sono stati seppelliti di insulti. Insulti che venivano dal basso del moralismo d'accatto dei "giusti". Quei giusti che volevano tutto chiuso e sprangato, mentre a febbraio 2020 si scagliavano contro le autoquarantene dei cinesi che tornavano in Italia. Ma erano soltanto bigottismo e conformismo, che si spacciavano per scienza e comunicazione della scienza e si riempivano la bocca di scienza senza sapere dove stesse di casa una disciplina scientifica.

Eh già. A proposito di allarmi che non esistevano, come durante i lockdown non esisteva il problema giovani: pochi mesi prima non esisteva il problema virus e guai a chiamarlo "virus cinese".

https://www.la7.it/piazzapulita/video/coronavirus-selvaggia-lucarelli-abbiamo-paura-dellinvoltino-

Lo spettacolo di schifo profondo che è stato offerto dall'informazione italiana degli ultimi anni non lo vuole vedere solo chi ogni svolta sventola la giusta bandiera. Dietro lo schifo del declamare la parola d'ordine del momento sotto i riflettori dei media ci sono poi i danni, quelli veri. Quelli di Ground Zero Codogno sarebbero arrivati poco dopo il video, quelli inflitti ai giovani sono una cosa permanente e persistente, molto più del Log Covid.

A dare un occhio alla stampa italiana oggi pare che ci sia, di nuovo, chi tifa COVID, comprese le ovvie sbucciate di turno (https://www.ilfoglio.it/scienza/2023/09/06/news/perche-il-professor-palu-sbaglia-a-banalizzare-quando-parla-di-covid-5647498/ in sintesi: Palù sbaglia a dire che non bisogna mettere paura alla gente, vogliamo una nuova stagione di terrore, oggi, subito). Dopodiché una considerazione terra terra: se nel 2023 ci sono soggetti a rischio che finiscono in ospedale per COVID e muoiono la cosa è da ascrivere a:

1) Mancato accesso alla medicina di base o profonda ignoranza della stessa (paxlovid  approvato da mo', basta somministrarlo, perché le mutazioni non riguardano la proteasi del virus e l'apocallise varianti resistenti non si è ancora materializzata)

2) Mancato accesso a un trattamento decente nelle terapie intensive. A marzo 2020 c'era già chi li riusciva a salvare i pazienti in intensiva, oggi ci sono forse meno strumenti di allora? No, ce ne sono di più. Quindi fatevi i vostri conti.

Ma c'è chi è ben felice di galleggiare sulle correnti del declino della nazione e della sua società, e quindi recita ancora una volta quel che si deve riguardo il tema del giorno.

giovedì 7 settembre 2023

MONTAGNIER?

Ogni tanto capita che arrivi una mail con un "Cha ne pensa di...". A questo giro qualcuno probabilmente arrivato di fresco a leggere il blog voleva sapere che ne penso di un certo premio Nobel deceduto non troppo tempo fa. E credo sia il caso di rendere pubblica la risposta. E non parlerò di HIV o COVID.

Penso che puoi essere un Nobel o puoi essere anche essere il Padreterno in persona. Se affermi "Il DNA può essere teletrasportato via oscillazioni del campo elettromagnetico"e sei il Padreterno ci sta, è nelle tue prerogative. Magari è articolo di fede.

Ma se dici "E ora ve lo dimostro" e la dimostrazione riesce solo a te mentre ogni verifica altrui fallisce miseramente... 

Montagnier, assieme a Benveniste, in un curioso articolo su una rivista di cui era editor in chief, sostenne che aveva rilevato segnali elettromagnetici in un campione di acqua che precedentemente aveva contenuto DNA virale anche dopo che il DNA era stato eliminato per filtrazione e l'acqua era stata diluita molte volte. I segnali erano stati registrati dalla bobina di un microfono e inviati via mail a un gruppo in Italia (similes cum similibus, NdCS), che aveva trasmesso il segnale a un campione di  acqua distillata in un tubo di metallo sigillato. Questa acqua, che non conteneva niente, messa in uno strumento PCR era stata poi in grado di sintetizzare un DNA identico a quello originale di Montagnier.  E di base questo era dichiarare che il DNA era stato teletrasportato (“Beam me up, Scottie!”). La dichiarazione era pazzesca. C'è un Nobel che sostiene l'impossibile. Inutile dire che nessuno è stato in grado di replicare questo risultato. (cenere alla cenere, polvere alla polvere etc etc NdCS)

In poche parole il DNA eliminato (spero almeno fosse almeno una ultrafiltrazione) avrebbe dimostrato di lasciare una firma elettromagnetica in grado di riprodurre tale DNA a distanza. Ovvio che nessuno è riuscito a replicare l'esperimento (https://www.mcgill.ca/oss/article/health-and-nutrition/dna-teleportation-really). Perché la scienza normale è scienza normale (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/09/leggiti-kuhn-1-di-x.html)? No, perché non si cava sangue da una rapa. E tantomeno da Nobel svaniti, candidati al Nobel e altri articoli del genere.

Se metti su questo teatrino dimostri di essere uno che ha preso per la tangente (affermazioni eccezionali richiedono dimostrazioni eccezionalmente solide assolutamente riproducibili). Dimostri solo che, se non morivi prima, assumendo allucinogeni potevi arrivare a dire che eri stato rapito dagli alieni (cfr Kary Mullis & LSD, Nobel anche lui - lui, non l'LSD). Quindi non riconosco alcuna autorevolezza a tutto quello che hai detto da lì in poi.

Ah, scordavo: chi era Jaques Benveniste? Un fiero sostenitore della memoria dell'acqua. Alla memoria dell'acqua preferisco alla grande la letizia del vino: vinum laetificat cor hominum , dicevano gli antichi. 





lunedì 4 settembre 2023

LEGGITI KUHN... (1 di 3)

 ... mi disse Starbuck, e io l'ho fatto. E ne abbiamo parlato. Perché le nostre intepretazioni de La
struttura delle rivoluzioni scientifiche
(LSRS, da qui in poi) sono un po' diverse. Con una precisazione: l'assenza del contesto, cioè di come Kuhn con il suo lavoro si inseriva nella fisolofia della scienza e nella sua storia. Ma LSRS è stato spesso citato fuori contesto (come Feyerabend) sui social media, quindi è in questa chiave che mi interessa parlarne - cioè in funzione del suo rapporto con la cultura pop e con quella pop-similscienza che da anni imperversa in rete.

Centrale in LSRS è il concetto di paradigma, l'insieme di principi, cognizioni e metodi consolidati costruito da una disciplina scientifica nel suo processo di maturazione. In breve quello che finisce cristallizato nei manuali universitari. E la "scienza normale", secondo Kuhn, è quella che si muove esclusivamente nel territorio del paradigma, andando a caccia di fenomeni spiegabili con detto paradigma ed escludendo gli altri.

Per Kuhn le rivoluzioni scientifiche avvengono quando un paradigma scientifico diventa completamente inadeguato davanti all'emergere di qualcosa che per natura ha escluso: fenomeni non spiegabili dal paradigma stesso e nuovi modi per descriverli e trovare soluzioni ai problemi che pongono. Si noti bene che Kuhn distingue tra "scienza" e "tecnologia". Questa distinzione nella attuale cultura pop è sparita. Nel contesto pop medicina è scienza quanto è scienza un rover che atterra su Marte che è scienza come la Relatività Generale. E non si fa differenza tra ricerca tecnologica e ricerca scientifica.

Starbuck, essendo nella ricerca scientifica che produce carta (quella carta che poi viene usata spesso come base fondante dell'ideologia del momento o peggio, come base per indirizzi politici) si focalizza sui paradigmi della "scienza normale" che tralasciano o negano quello che dai paradigmi stessi non è contemplato o spiegato.

Io, per quanto qualificato come scientist,  sono nella ricerca tecnologica che produce (o dovrebbe produrre) Return On Investment, EBDITA etc.. ovvero in parole povere soldi. E non ho mai potuto fare a meno di pensare che la mia capacità di produrre risultati concreti e materiali deriva dal mio essere stato formato in un paradigma (l'ultimo paradigma della mia disciplina, a quanto ne so). In più lavoro in un contesto in cui se qualcosa per i più "makes no sense" ma alla fine funziona ed è l'unica cosa che funziona, va tutto bene.

Una doverosa premessa: Kuhn pubblica il suo lavoro negli anni 60 dello scorso secolo. Le rivoluzioni scientifiche dei primi 40 anni del secolo hanno costituito nuovi paradigmi - relatività, meccanica quantistica, etc. Ma di discipline scientifiche veramente "mature" non ce ne erano molte ai tempi in cui Kuhn scriveva il suo libro, nonostante quello che si potesse pensare allora. 

Anni 60. A braccio, l'elettrodinamica quantistica, dopo 40 anni di esistenza problematica, è stata risolta da Dyson e Feynman, che ottengono il Nobel, e l'edificio del modello standard è in fase avanzata di costruzione. Sono gli anni in cui Penrose e Prigogine stanno producendo le fondamenta del loro lavoro. In chimica organica Woodward e Corey hanno dimostrato la potenza concettuale della retrosintesi, tra l'altro, e la determinazione della struttura dei composti naturali per sintesi totale è uno dei grandi risultati dell'epoca. Poi mi verrebbe da dire che di lì a poco May, poi assieme con Anderson, riprende Kermack e MacCarthy e il suo lavoro di rielaborazione finirà per renderlo uno dei nomi delle cosiddette "teorie del caos". E questo è un tassello ulteriore di cui Kuhn al tempo non poteva essere al corrente perché ancora non era "storia".

In breve Kuhn scrive e pubblica in tempi in cui cambiamenti o sostanziali upgrade di molti paradigmi sono in fieri: un tempo, il 1962, infinitamente diverso dall'attuale . Perché?

Perché i paradigmi delle discipline scientifiche hard non cambiano da quasi 50 anni. Qualsiasi avanzamento, scoperta o innovazione è avvenuto all'interno dei "paradigmi maggiori" (che tra l'altro sono quelli in cui sono stato educato e cresciuto). Ma...

Ma ci sono un paio di problemi. Il primo è costituito dal mainstream scientifico del momento da 40 anni a questa parte. Se Feynman e Dyson e il modello standard sono stati incorporati di fatto nel corrente paradigma della fisica, con Prigogine, May e Anderson le cose sono andate un po' diversamente. Perché? Perché strutture dissipative e termodinamica del non equilibrio sono state incorporate in unico manuale, di uso limitato. Quanto a May e Anderson, beh... il primo è stato a lungo presidente della Royal Society, il secondo è stato a lungo advisor scientifico del governo britannico, ma per il resto? Per il resto non sono stati incorporati in nessun paradigma, nella prospettiva di Kuhn. Hanno ritrovato attenzione nei primi anni 90, ma è stata una stagione breve, per quanto abbia lasciato impronte durature nella produzione mediatica (si pensi a Jurassic Park, se non si vuole ricordare la fantascienza cyberpunk). Il meccanismo delle rivoluzioni scientifiche di cui Kuhn parla si è inceppato in qualche punto tra la seconda metà dei 90 e l'inizio del nuovo millennio, periodo che segna l'ascesa permanente delle scienze soft (troppe volte delle scienze molli). Forse vi ricorderete la stagione, Crichton, da grande osservatore dei tempi, già l'aveva inscritta in Jurassic Park. Il progetto Human Genome, Craig Venter, gene=proteina e tutto il resto. Da lì a medicina/scienza ci sono voluti una decina di anni o poco più.

Parlare di un "paradigma delle scienze della vita" non so se sia possibile. Si ok, DNA e RNA, che sono cose del secolo scorso. Ma poi? Non vorrei essere nei panni di per lavoro scrive manuali universitari nell'area life sciences. Perché l'hype del momento, da almeno 20 anni, si esaurisce in una fiammata. Esistono ancora manuali che riguardo l'alzheimer declinano l'ipotesi amiloide? Ce ne è qualcuno che racconta ancora la storia del junk DNA? E i siRNA?

Le "rivoluzioni" degli ultimi 40 anni sono state dipinte come tali ma non lo erano: non implicavano un vero cambio di paradigma. Pernsiamo solo a uno dei santini più venerati dai fedeli de lascienza, Rita Levi Montalcini, laureata Nobel assieme a Stanley Cohen per la scoperta dei fattori di crescita. Il lavoro (separato) di Montalcini e Cohen usciva dallo schema di un qualche paradigma? Non direi proprio. Quel lavoro (solo quello di Cohen, in realtà) è stato la radice della successiva esplorazione dell'albero delle chinasi, che ha avuto conseguenze applicative estremamente importanti (farmaci antitumorali targeted). Ma non ha cambiato alcun paradigma, è solo stata una delle tante estensioni di paradigmi già esistenti. Negli ultimi dieci anni al riguardo ci sono stati due fatti degni di nota, al riguardo.

Il primo riguarda i ricercatori di Amgen che verificarono trovandoli non riproducibili i risultati dei paper definiti "rivoluzionari" in oncologia (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/credibilita-e-riproducibilita.html). Il secondo riguarda il "minimo genoma funzionante". In tempi di enfasi sulla biologia sintetica. Un gruppo esteso guidato da Craig Venter nel 2016 sintetizzò lo "smallest viable genome", quello di un mycoplasma (https://it.wikipedia.org/wiki/Mycoplasma). E di 473 geni, 149 avevano funzione ignota (https://www.science.org/content/blog-post/smallest-viable-genome-very-weird). Che vuol dire, in parole povere: "c'è un 31.5% di cui non sappiamo niente", e questo parlando di un mycoplasma che è il più semplice dei batteri. Il che non testimonia a favore della solidità del "paradigma" delle scienze della vita. Di momento in momento il paradigma delle life sciences è percepibile, ma è sfocato, estremamente instabile.

Immunooncologia, CRISPR, terapie geniche etc hanno messo poco a dimostrare una loro natura: nell'ordine niente di nuovo, bolla speculativa e genialata applicativa,  pochi risultati e tanti fallimenti. In effetti credo si possa parlare di paradigma nelle life sciences solo in termini empirici: Credo che il suo principale aspetto critico sia l'essere legato a doppio filo con la medicina, che scienza non è (e non sto dicendo che non ci siano medici che fanno ricerca). La cosa è complicata dal fatto che siano esistiti medici che hanno infranto il paradigma della medicina dei loro tempi (Simmelweis, per citare un esempio tipico), e che la cosa ha avuto ricadute in campo scientifico. Con ciò i medici esercitanti la professione usano (o dovrebbero usare) i risultati delle discipline scientifiche, ma non ne praticano una. Questo è stato fatto notare ripetutamente, ma il concetto soccombe davanti alla massa di medici praticanti che oggi dicono di fare scienza o che la scienza (quale?) la vogliono "divulgare".

Servirebbe un nuovo e aggiornato lavoro di Kuhn oggi, perché la "scienza normale" che descrive ha lasciato il passo a una "scienza anormale". La scienza anormale, incapace di costruire nuovi paradigmi  o consolidare quelli presenti, ma troppo spesso sprezzante nei confronti dell'ultimo paradigma affermato e solido. Una "scienza anormale" praticata da quanti sputano sui libri su cui hanno studiato per far numero (di articoli) o fare audience sui media sociali e non. Il rigetto della classicità, che è una cifra dei tempi attuali, non è senza conseguenze per quel che riguarda la fenomenologia delle scienze.

Nel panorama accademico attuale devi lavorare su qualcosa di figo e vendibile, se ci riesci, o altrimenti attinente ai temi correnti nel mainstream e per la più semplice delle ragioni: se non lo fai non ti finanziano il progetto. Quanto al lavorare su qualcosa di figo, in una prospettiva ormai storica, non è possibile non citare il campo del lifespan, in breve gli "elisir di lunga vita" (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/06/fior-di-giglio-intascare-700-milioni.html e https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/07/la-contessa-bathory-e-viva-e-lotta.html). Fallimenti che non hanno avuto la triste sorte del campo della fusione fredda, diventato qualcosa davvero simile a una setta iniziatica, una minoranza esoterica. Tutta sta' roba, che ai suoi tempi di casino ne ha fatto un bel po', non è finita né finirà in nessun paradigma, in nessun manuale - sarebbe bello se ci finissero come "cose da evitare", ma non succederà.

La scienza anormale è incapace di produrre o consolidare nuovi paradigmi e ha un difficile rapporto con gli stessi. La scienza anormale è centrata su regole e sono regole effimere, che possono essere cambiate a seconda del bisogno. Basta guardare ai due anni di pandemia COVID: gente come Ioannidis e Tom Jefferson non si pronunciava al di fuori di nessun paradigma. Si pronuciava contro e al di fuori delle regole del momento, un group thinking più politico che scientifico. Nel contesto della scienza anormale, che è il contesto della scienza "terzo ladro" (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/12/il-terzo-ladro.html), l'incapacità di elaborare nuovi paradigmi è un'incapacità concettuale, e quando si prova a forzare un paradigma consolidato a supporto del set di regole del momento i risultati sono grotteschi (vedere alla voce "pandemia e modelli"). La scienza anormale, in ottemperanza al "publish or perish", garantisce la prolificazione di articoli che presentano ricerche un tasso di riproducibilità sempre più basso, e sopravvive anche alle ritrattazioni come niente fosse (alla voce puttanate sparate ed eseguite su COVID, farmaci e vaccini durante la pandemia). Nessuno di quelli che ha pubblicato aberrazioni e artifici sperimentali tra 2020 e 2022 è mai stato discreditato per aver pubblicato puttanate - se ne pubblicano tante, ed è nell'interesse di tutti che siano pubblicate. Il sistema della scienza anormale è identico a quel che è stato il sistema della scienza normale solo in apparenza. Sull'etichetta "metodo scientifico", nella sostanza "come ci pare, anche a cazzo di cane se serve". La lotta al "scientific misconduct", che da Retraction Watch a Elizabeth Blik  si è guadagnata una sua nicchia, per quanto praticata da espulsi dal sistema o fuori dal sistema, alla fin fine finisce per legittimarlo: denunciamo le mele marce perché il sistema si emendi. Ma il sistema non intende emendarsi, è sempre lì e il dubbio che sia fondato su una maggioranza connivente è piuttosto fondato. Connivenza per convenienza.

(To be continued)

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...