domenica 5 maggio 2024

FACEZIE TERMODINAMICHE ETC.

 


Era a proposito del finale di questo.  E la mia risposta è stata: "Sì, veramente" (e sì, veramente tenevo un archivio, e l'archivio ancora esiste).


Chi mi ha scritto ha continuato: "Eh ma pure tu che non hai le evidenze del contrario!!!"

Risposta mia: "Solo la miserabile esistenza delle inutili costanti di equilibrio".

Su questo blog si è parlato per anni dell'importanza de non-equilibrio e dell'irreversibilità. Questo non vuol dire che "tutto è irreversibile". I processi reversibili sono parimenti importanti e alcuni di questi sono alle basi della vita stessa. Per esempio l'equilibrio di dissociazione dell'acqua, La dissociazione dell'acqua è reversibilissima: una molecola di acqua si dissocia in un anione idrossido e un idrone (un protone), un idrone e un anione idrossido si combinano per dare una molecola d'acqua.

Tutto questo mi ha ricordato cosa volesse dire "essere CS" sui social - e quanto tale esercizio fosse in realtà del tutto inutile. Uno avrebbe dovuto prendersi una camionata di copie fisiche del Denbigh

https://bookmemoryblog.wordpress.com/wp-content/uploads/2014/07/61-the_principles_of_chemical_equil.pdf

Fare incetta di copie fisiche del Denbigh e incominciare a tirarle fisicamente in testa alla gente (così forse se ne ricordavano), essere denunciato per lesioni dolose etc etc etc. E sarebbe stato ugualmente inutile. Inutile perché, indipendemente dalle bestialità che sparavano, i buffoni titolati avrebbero continuato pari pari a gonfiare il petto sui social network, evidentemente per compensare a qualcosa che i titoli tanto esibiti non garantivano: visibilità mediatica (in realtà c'era un'altra popolazione: quella costituita da espatriati che facevano esattamente le stesse cose forse perché speravano/sperano tanto tanto di ritornare in Italia da vincitori - della serie: non capire un tubo è per sempre - in realtà vinci se dall'Italia tieni la debita distanza di sicurezza e in ogni caso "vincente in Italia" vuol dire, globalmente, secondo classificato nel campionato di serie D).

Ritornando al discorso "gonfiare il petto sui social", piccolo particolare: per un Burioni che ce l'aveva fatta (uno che l'acqua non bolle mai prima dei 100*C e che parlava di molecole di cloruro di sodio) ce ne sono stati decine della stessa razza che ci hanno provato. Ma purtroppo per loro il vento era cambiato e milioni di follower loro non li hanno fatti. E nemmeno le centinaia di migliaia di visualizzazioni. E neanche le decine di migliaia o le migliaia. Il più delle volte se arrivavano a 100 stappavano una bottiglia per festeggiare. Tanti titoli esibiti e tanto amore irrimediabilmente frustrato per i soldi del monopoli (la vita è profondamente ingiusta). E qualcuno aveva pure il coraggio di chiamarla terza missione - una tristezza infinita.

Guardando indietro tutto ciò era il niente elevato all'ennesima potenza. E immagino che lo sia tuttora, con il 99.9% della gente che non si rende conto che i social media sono parte del problema, non parte della soluzione. E non se ne rendono conto perché tutti sono troppo occupati a guardare il proprio riflesso nello specchio dei social (con ben poche eccezioni).

PS: Alla voce ingegneri gestionali sui social che parlano di scienza per me resta indimenticabile anche quello che definì Galileo padre delle trasformazioni non galileiane. Applausi (soprattutto risate) a scena aperta. Tanta di questa bella gente con nome e cognome se la googlavate la trovavate solo sui social, perche "esisteva" solo lì. Nella realtà ... boh... "essere CS" voleva dire anche uscire dal gioco "guarda chi sono!", la vuota esibizione dei titoli e in alcuni casi degli stipendi. Personalmente l'ultimo salario l'ho condiviso solo con i cacciatori di teste che mi chiamavano o mi scrivevano.

mercoledì 1 maggio 2024

IL "PENSIERO UNICO" (RIDEFINITO) E LA CRITICA

Sono arrivato a pensare che la continua polemica del "sapere scientifico" contro le discipline umanistiche (Gentileeee! Croceeeeee!) sia dovuta al semplice fatto che quello che oggi è definito "scienza" non ha al suo interno strumenti critici stabili (cfr Kuhn , la "scienza normale"), mentre la filosofia contiene sia strumenti autocritici che strumenti di critica verso la conoscenza scientifica. In tempi in cui l'interpretazione "scientifica" si sovrappone alle linee di azione politica, fondandole (più o meno realmente), è abbastanza evidente che la critica a tale azione sia vista con malanimo e osteggiata, spesso avversata come "antiscientifica" o "falsa", essendo la "verità" propria della "scienza".

Girando per la rete e i media italiani l'espressione "pensiero unico" è frequente, usata sia da chi ne denuncia l'esistenza e l'azione sia da chi ironizza sui primi, obiettando che la presenza sui media di opinioni non allineate dimostra che il pensiero unico non esiste. E qui c'è l'evidenza di come il linguaggio possa distorcere le basi della dialettica. Probabilmente parlare di linguaggi prevalenti sarebbe più appropriato. E parlare di pensiero a una dimensione sarebbe stato più efficace. L'espressione è derivata da Herbert Marcuse, ovviamente. Ed è incredibile come il suo L'uomo a una dimensione risulti oggi attuale, fin dal titolo della sua introduzione, La paralisi della critica: la società senza opposizione:

In queste circostanze i nostri mezzi di comunicazione trovano poche difficoltà nel vendere interessi particolari come fossero quelli di tutti gli uomini ragionevoli. I bisogni politici della società diventano bisogni ed aspirazioni individuali, la loro soddisfazione favorisce lo sviluppo degli affari e del bene comune, e ambedue appaiono come la personificazione stessa della ragione.

E questo continua ad essere vero, oggi, quando il vantaggio materiale il più delle volte è venuto meno. I nostri anni sono estremamente diversi da quelli dello sviluppo successivo alla seconda guerra mondiale. Ma gli uomini ragionevoli di cui parla Marcuse sono oggi come ieri i vettori del pensiero a una dimensione, nonostante l'inflazione, nonostante la disoccupazione. Nei nostri tempi di politiche buone a priori, qualsiasi siano i loro risultati, anche gli  uomini ragionevoli sono ragionevoli a priori, perché così è giusto.

Oggi è abbastanza evidente che il monopolio sulla comunicazione dei grandi media tradizionali è venuto meno con l'avvento dei social media. Ma la perdita del monopolio non ha significato una marginalizzazione del messaggio ragionevole, che in buona parte ha trovato casa anche sui nuovi media. Quindi se "pensiero unico" è un'arma spuntata, la fenomenologia a cui vuole riferirsi è reale e presente. Il pensiero a una dimensione è quello che definisce gli uomini ragionevoli, come il fronte del delirio è definito dai suoi articoli di fede. Ma il fronte del delirio non esprime una critica alla società a una dimensione, esprime unicamente un rifiuto legittimo, ma argomentato su tesi più che irrazionali - deliranti, appunto. Per mutuare da Prigogine (La fine delle certezze), si tratta di due visioni del mondo alienate e alienanti, simmetriche (in Prigogine le due visioni sono "tutto può essere predetto"/"niente può essere predetto"). 

Il ristretto spazio della critica, omologato dal pensiero a una dimensione al fronte del delirio, fa fatica a non cadere nell'uno o nell'altro polo di questo conflitto. A costo di essere noioso, questo deriva dal farsi catturare dal metodo dell'avversario, che fonda le sue politiche su "scienza". Si dovrebbe interiorizzare il fatto che le politiche emergenziali siano in sé pesantemente distorsive del processo democratico, che le loro basi scientifiche siano solide o no (cfr Carlo Galli, Democrazia ultimo atto?), e mettere lì l'accento. Troppo spesso invece nella dialettica politica si è voluto mirare alla "scienza" dell'avversario, per confutarla con altra "scienza" di pari infondatezza. Non a caso Metafisica Concreta di Massimo Cacciari inizia con una citazione giovannea, "Noi adoriamo ciò che sappiamo". E' l'incipit programmatico di un libro meritevole di attenzione, in cui l'operare scientifico è uno dei leit motiv. Ma la pietra d'angolo costituita da quell'incipit può saltare in aria se si innesca un aforisma nietzchano:

 «La conoscenza per amore della conoscenza » - è questo l'ultimo
tranello che ci tende la morale: è così che ancora una volta ci si coinvolge completamente in lei
.

La battaglia per "la verità scientifica" dei postulati dell'azione politica è futile perché sterile e la sua sterilità è stata ampiamente dimostrata . Nella migliore delle ipotesi lo studio (seriamente) scientifico "divergente" su cui qualcuno voglia fondare l'opposizione politica verrà tacciato dai ragionevoli e dalle politiche ragionevoli di ascientificità e di cialtroneria. La vicenda Ionnadis, su tutte, dovrebbe essere ricordata, al proposito.

Quindi non cadere nel tranello è l'unica via per la costruzione di una vera opposizione, politica e sociale.


domenica 28 aprile 2024

DEGLOBALIZZAZIONE, PHARMA

 

https://www.fiercepharma.com/pharma/novartis-actively-reviewing-relationships-chinese-contractors-amid-us-biosecurity-crackdown

Vorrei rammentare ai sinofili quanto l'ingresso della Cina nel WTO, venti anni fa, sia costato in disoccupazione in occidente, cioè moltissimo. Ma l'offshoring, cioè il trasferimento delle attività produttive e e in generale il reindirizzamento delle filiere produttive verso la Cina e più in generale l'Asia è stato un processo che in occidente ha prodotto immensi profitti, a scapito di chi perdeva il lavoro. Ma dopo 20 anni il vento pare essere cambiato e il cambiamento non sembra effimero.

Il CFO di Novartis dichiara che l'azienda è pronta ad allinearsi alla nuova legislazione USA quando entrerà in vigore. Ma di cosa si parla?

Il BIOSECURE act mira ad evitare che fondi federali americani, cioè i soldi che vengono da chi paga le tasse, vadano a finire attraverso la filiera della ricerca e sviluppo ad aziende cinesi. Detto così sembra qualcosa di neutrale e ragionevole, ma in realtà ci sono specifiche aziende nel mirino e la più pesante è WuXi , la powerhouse globale del Contract Development and Manufacturing farmaceutico. :

Il progetto di legge, etichettato BIOSECURE Act, prende di mira specificamente le più grandi biotech cinesi, WuXi AppTec (Shanghai, China), WuXi Bio (Jiangsu, China), BGI Genomics (Shenzhen, China), MGI (also Shenzhen), e la filiale di MGI Complete Genomics (San Jose, US), e dichiara che queste aziende costituiscono un rischio alla sicurezza nazionale degli USA in quanto  “coinvolte in progetti di ricerca con, appoggiate da, o affiliate con forze straniere avversarie, militari, di sicurezza interna o di intelligence"(https://www.pharmaceutical-technology.com/analyst-comment/biosecure-act-wuxi-drugs-us-market/)

E questa è una singola mossa che prima dell'approvazione dell'act sta già ristrutturando pesantemente le filiere della ricerca e sviluppo globale in campo farmaceutico. Si era parlato di mosse anticinesi di Trump con le sue iniziative tese a favorire il reshoring (il ritorno in USA di attività industriali già delocalizzate in Cina). Ma il BIOSECURE act si dimostrerà per conseguenze la più potente azione deglobalizzante mai vista prima.

Difficile anticiparne le conseguenze a livello globale. Cosa succederà alle filiali europee di WuXi è abbastanza facile da immaginare: perderanno molti clienti, e di sicuro tutti i più importanti, quindi chi lavora per WuXi in Europa farebbe meglio a cercare attivamente altre posizioni, se già non lo sta facendo. Cosa succederà alle filiali europee di altre aziende cinesi (Pharmaron, per esempio) è difficile da predire. Probabilmente i beneficiari della nuova situazione saranno in primo luogo le CDMO indiane, in secondo luogo quelle europee. Facile prevedere un aumento dei costi di sviluppo farmaceutico preclinico, il che di solito si traduce in un ennesimo round di licenziamenti e dismissioni nella ricerca e sviluppo delle grandi farmaceutiche globali 

PS: Mi ricordo qualche anno fa su twitter un breve scambio con un ingegnere gestionale che sosteneva che la globalizzazione era irrevesibile perché tutto in natura è irreversibile, per il secondo principio della termodinamica... la "scienza" degli ingegneri gestionali sui social, tanta roba.

giovedì 25 aprile 2024

FAVE, GLUCOSIDI E AGLICONI

Da dove vengo le fave (i baccelli) si mangiano fresche, assieme a pecorino, marzolino o baccellone, di solito con accompagnamento di vino rosso. Sono una cosa primaverile.

Le fave secche bollite e poi fatte a purè, di solito accompagnate ad erbe amare, sono invece una cosa adriatica, che inizia nelle Marche e finisce in Puglia, con qualche sconfinamento in Basilicata.

Una primavera che stenta a decollare, con minime di 3-4 gradi e massime di 13, e mi sono lasciato andare a una differente versione del purè di fave, giusto per pensare a luoghi più meridionali. Gli ingredienti venivano dall'Italia, tranne il rosmarino. In Italia ho in giardino una pianta più vecchia di me, ma a questo giro mi sono scordato di portarmene un po'. Ci sono ormai aromi diffusi in misura maggiore o minore ormai in tutta Europa (isole comprese). Il rosmarino è uno di questi. Gli altri sono alloro, timo e prezzemolo, tra i mediterranei, poi noce moscata, cannella e i non mediterranei curcuma, coriandolo, cumino.

Quindi il rosmarino lo ho comprato qui, proveniente di sicuro da un indeterminato paese mediterraneo: 15 grammi di cime di rosmarino per l'equivalente di un euro, il che farebbe 670 euro al chilo, pensate un po'. L'essenza di rosmarino contiene acido rosmarinico, acido carnosico e carnosolo e si ottiene perlopiù per estrazione con alcol etilico al 60%. Di solito in cucina si usa l'olio di oliva per estrearre i profumi della pianta, io ho scelto per questa volta di provare l'estrazione in acqua calda.

La preparazione è stata così eseguita: fave decorticate bollite assieme a rosmarino per 30 minuti, finendo con lasciare poca acqua. Con un frullatore a immersione ho otteneuto una purea abbastanza soda (se la volete più fluida lasciate più acqua). Solo a questo punto ho salato, pepato e mescolato accuratamente. In una padellina con tre cucchiai di olio EVO ho soffritto con uno spicchio d'aglio schiacciato tre fettine di pancetta. Ho trasferito il purè di fave in una scodella, ho disposto le fettine di pancetta e, scartato l'aglio, ci ho colato sopra l'olio di cottura della pancetta.

Per me molto soddisfacente. Per altri sarebbe letale. A causa di Vicina e Convicina.


Vicina

La vicina è un'alcaloide abbondante specialmente nei semi di Vicia Faba. Isolata per la prima volta nel 1870, la sua struttura venne elucidata solo nel 1953.

Divicina
La vicina in sé non è tossica, lo è il suo metabolita: quando ingerita il legame glicosidico viene idrolizzato dando l'aglicone divicina, e con la divicina le cose cambiano e molto. Una volta raggiunto il flusso sanguigno reagisce con l'ossigeno nei globuli rossi per dare perossido di idrogeno e anione superossido, che vengono ridotti da NADPH e glutatione. Il processo provoca un calo dei livelli di glutatione e NADPH nei globuli rossi che nella maggior parte dei soggetti non risulta problematico. Ma circa un 4% della popolazione è carente dell'enzima G6PD, cioè affetta da favismo, e non riesce a rigenerare abbastanza velocemente il glutatione: il risultato è un'anemia emolitica, E con la covincina le cose vanno più o meno allo stesso modo.

Quod aliis cibus est aliis fuat acre venenum, scrisse Lucrezio nel De Rerum Naturae... E aggiungerei che quello che per qualcuno è cura, prevenzione o terapia per una condizione per altri può essere deleterio.

ALLA FINE DI UN 25 APRILE VISTO DA LONTANO

Non so, se fossero ancora vivi, come Sergio Solmi, nome di battaglia Mario Rossetti, e Beppe Fenoglio giudicherebbero questo 25 aprile. Non so se gioirebbero dell'ennesima liturgia saltata o semplicemente volgerebbero altrove lo sguardo disgustati. Per loro la resistenza era stata freddo, fame, proiettili che ti fischiavano troppo vicini, carcere. Ebbero modo di provare a scriverne una testimonianza in tempi più civili, in cui Mario Rossetti traduceva Ezra Pound e Montale traduceva Emily Dickinson. Perché la guerra e il fascismo, quello totalitario che si era fatto istituzione, erano alle spalle, e nel loro presente avevano lasciato solo cicatrici residuali. I nemici veri, non quelli di comodo, avevano finito per stringersi la mano, per ricordarsi con rispetto (vedere la fine del film).

 

E non posso scordare il memoriale di Paolo Caccia Dominioni (https://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Caccia_Dominioni), militare, partigiano e scrittore, sempre ricordando che nel deserto lui e il suo vecchio amico Peniakoff, quello della Popsky's Army, si erano trovati su fronti opposti. Gli irregolari di Peniakoff li ritrovate in Paisà di Rossellini, nell'ultimo episodio, quello su servizi segreti americani e inglesi che lavorano fianco a fianco con i partigiani veneti alla foce del Po.

La seconda guerra mondiale era alle spalle, con un sospiro. Mi ricordo ancora nei primi '70 mia nonna che cominciava a raccontare un ricordo diecendo "In tempo di guerra...".

Beninteso, nel mondo all'epoca non c'era pace: Corea, Guerra Fredda, Vietnam, Angola, guerre in Medio Oriente. Però tutto questo non lo sentivi sulla tua pelle, Non sentivi la fame, non toccavi con mano la morte con una frequenza mai sperimentata.

Il presente 25 aprile non poteva andare liscio con la solita vuota liturgia: troppe guerre in corso, troppo vicine. Si può dire che chi ha gridato "Fuori i sionisti dal 25 Aprile" al di là del metodo ha quanto meno posto un problema?

 

Il problema sarebbe quello della distinzione tra oppressi e oppressori, ieri come oggi. E tra ieri e oggi qualche ex oppresso ha fatto il salto della quaglia passando dall'altro lato, ma fa finta di niente.

In questa contraddizione i coup de théâtre come quelli relativi a Scurati e al suo monologo, si rivelano tragicamente inadeguati, ancorati a un gioco politico logoro in cui chi governa non si vuole definire antifascista per non rinunciare a una piccola fascia di elettorato e chi non governa ci marcia sopra per consolidare quel che resta del suo. E lo fa pur avendo l'altro ieri appoggiato misure senza pari e senza precedenti in occidente quanto a limitazione dei diritti individuali, perché "tanto tutti gli altri lo fanno" - un falso clamoroso, stando al Guardian: in Italia Unjabbed people face ban from range of activities, as countries in Europe scramble to impose stricter rules, questo dicevano. Ma immagino che ci siano ideali per cui è giusto coercere gli altri e altri da avversare per la loro natura coercitiva...

Ma soprattutto la tragedia odierna è che il momento in cui la fine dei conflitti, con il tempo in cui gli ex nemici si rispettano e si stringono la mano, non solo non è immaginabile ma neanche deve essere pensata. Ma forse il tempo in cui un Solmi traduce un Ezra Pound non può ritornare in primo luogo perché non ci sono né Solmi né Ezra Pound.

mercoledì 24 aprile 2024

PER IL 25 APRILE

 

Sergio Solmi

Grazie sien rese ai ciechi

iddii ridenti, che il poeta trassero

di morte e dalla nera muda al gaio

giorno del camerone dove cantano

i giovinetti partigiani.

Aprile

dolce dormire, s’anche aspra s’ingorga

nelle bocche di lupo la sirena,

passa la conta, o sparano i tedeschi

sulle mura. Reclino

sul gomito piegato il mallo vergine

della capigliatura, dentro il sonno

fiducioso calati come in grembo

della madre al lontano

tempo dell’altra vita, oggi vi guardo,

miei quasi figli, fatti miei fratelli

da antica giovinezza che m’ha gonfio

il cuore all’improvviso, poi che il raggio

di miele della primavera cola

tra le sbarre, sull’impiantito stampa

riquadri luminosi, ed alle nostre

gracili vite a oscuro esito offerte

misura a lento passo eguale giorno.

domenica 21 aprile 2024

LA LOTTA ALLE FAKE NEWS: UNO STRUMENTO VERSATILE PER IL POTERE

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/20/le-questioni-emerse-con-la-pandemia-non-sono-alle-spalle-alcuni-temi-sono-ancora-tabu/


Fake news, definizione: tutto quello che non è in linea con il pensiero unico. Durante la pandemia sono state derubricate alla voce fake news cose che provenivano da Peter Doshi e dal British Medical Journal, da Tom Jefferson, da Ioannidis, da Guido Silvestri, dalla stessa Sara Gandini e via dicendo. Che la lotta alle fake news debba essere centrale in una pandemia non deve stupire, perché ormai lo avrete capito, anche se poi ve lo siete scordato: in una epidemia, vera o presunta (cfr vaiolo delle scimmie), non importano i dati, importa il messaggio, e il messaggio è quello teso a disciplinare la popolazione. E per produrre sparate moralizzanti (il new normal, lo zerocovid etc) non servono competenze particolari. Infatti dalla prima delle virostar all'ultimo dei divulgatori le competenze e le capacità di comprendere qualcosa della dinamica delle malattie infettive erano nulle, e il termine "esponenziale" aveva un puro valore metaforico. Ma attenzione, non era una questione di incompetenza, per niente. Indipendentemente da quali fossero i dati e i numeri era ed è gente che è fermamente convinta di quello che deve essere detto e fatto e di come debba essere detto e fatto - e questa è politica e ideologia, con una visione della società in cui lascienza deve moralizzare la popolazione stupida e ignorante. In un contesto del genere "cresce esponenzialmente" va bene, discutere di derivate seconde e flessi è fake news. Occorre ribadire quanto il fronte del delirio sia funzionale a questo meccanismo? Spero di no.

Quanto a istanze moraliste posso fare un'esempio: ci fu "I comportamenti di James Bond nuociono alla salute"

https://pensiero.it/in-primo-piano/notizie/in-fatto-di-salute-james-bond-non-e-un-buon-esempio

A parte le abitudini alimentari, Bond sarebbe stato un pessimo esempio perché viaggia molto e ha molte e diverse partner sessuali. Mi viene da pensare a Ford v. Ferrari, quando il manager delle vendite mostra una diapositiva dicendo "James Bond non guida una Ford" e Ford II commenta "Perché è un degenerato!". Il livello è esattamente quello. Una regressione infantile (o senile) al bigottismo degli anni 50-60 dello scorso secolo. Il desiderio del pensiero medico dominante di questi tempi: incatenare i corpi (vedasi la crociata contro il vino), in nome della salvezza della nuda vita (vedere Carlo Galli, citato più avanti). Personalmente rigetto il primato della nuda vita, a favore di quello di una vita degna di essere vissuta. Per questo ho una innata repulsione verso chiunque voglia condannare chiunque altro ad una vita indegna.

Ma torniamo alla popolazione stupida e ignorante. E' stupida e ignorante, appunto, quindi che problema c'è se durante la pandemia si è impoverita, mentre i pochi si arricchivano? E poco conta che buona parte della stessa popolazione aderisse con entusiasmo alle parole d'ordine del potere, riversando il proprio odio sull'altra parte dei loro simili, quella non allineata (un modello trasportato pari pari dalla pandemia alle guerre in corso).

Purtroppo, proprio a sinistra, dove questi temi andrebbero sollevati e discussi apertamente, incontriamo spesso un muro. Per la sinistra è un tabù la gestione della pandemia, anzi della sindemia, e quindi dell’impatto che le scelte politiche hanno avuto sulle varie classi sociali sia a livello economico che di salute. Persino nei centri sociali e nei luoghi del femminismo l’argomento è spesso intoccabile. Il silenzio imbarazzato di troppi intellettuali ne compromette la residua (ormai scarsa) credibilità.

Ma se le istituzioni internazionali come l’Oms si stanno preparando a una nuova pandemia, è chiaro che bisogna trovare il coraggio di discutere con serietà a partire dal green pass, per arrivare agli effetti delle chiusure rispetto alla dispersione scolastica, per le classi sociali più deprivate e non ultima per la salute psicologica delle nuove generazioni. E non possiamo dimenticare che la sanità pubblica è peggiorata in modo significativo anche a causa delle scelte fatte durante la pandemia e ora non è in grado di reggere le richieste con code che rendono inevitabile affidarsi al privato, per chi se lo può permettere.

E direi che c'è poco altro da aggiungere, se non citare ancora Carlo Galli:

Un’erosione continua delle certezze del diritto, che può arrivare a essere una sorta di eccezione al rallentatore, uno strisciante cambio di regime: il passaggio all’emergenzialismo; la decretazione d’urgenza è il modo normale della legiferazione, dove ormai la «misura» – rapida ed efficace – prevale sulla legge. Soprattutto, l’emergenza comprime il diritto di critica, le voci di dissenso, e implica una tendenziale uniformazione, la discriminazione del non-conforme, del nemico interno – l’accusa di essere «no-vax» ha colpito chiunque chiedesse spiegazioni, o eccepisse in qualsivoglia modo le misure decise dalla politica e legittimate dalla scienza –: il che è ovviamente pericoloso per la democrazia. Il segreto dell’emergenza è qui: che l’ordinamento nel difendere le vite dei cittadini difende in realtà sé stesso, anche al di là degli assetti democratici; quelle vite non necessariamente sono ridotte a «nuda vita» – che è l’esito estremo, raro per fortuna, dell’eccezione –, ma certo sono sempre piú povere, piú strumentali, piú passive.

(Carlo Galli. Democrazia, ultimo atto?, Einaudi , 2023)

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...