giovedì 9 gennaio 2025

FARMACEUTICA GLOBALE: LE VACCHE MAGRE ERANO ARRIVATE PER RESTARE

https://www.fiercepharma.com/pharma/ai-and-layoffs-supply-chains-and-customer-engagement-deloitte-outlines-key-areas-biopharma

Come all'inizio del 2024 si professa ottimismo, ma...

Quasi il 65% degli executive intervistati ha detto che sta considerando una priorità il ripensamento del proprio modello operativo per il prossimo anno, cosa che può suggerire misure di taglio dei costi come ristrutturazioni, offshoring, outsourcing e licenziamenti.

Non c'è da stupirsi e probabilmente entro la fine del primo trimestre del 2025 si vedrà più di un annuncio in questo senso da parte di qualche farmaceutica globale. Del resto basta dare un'occhiata alla panoramica delle approvazioni FDA nel 2024:

In primo luogo nell'elenco non sembra esserci il prossimo blockbuster (farmaco  capace di vendere per più di un miliardo di dollari all'anno). Poi se ci fate caso i farmaci che vengono da grandi farmaceutiche globali si contano sulle dita di una mano, mentre sono le piccole e le biotech a dominare il panorama. Il che non è esattamente il miglior modo per affrontare il patent cliff al rallentatore in arrivo. Le approvazioni saranno per le biotech una fonte di proventi in grado di salvarle dalla stretta sui finanziamenti e proiettarle verso la crescita? Non posso dare una risposta generalizzata, ma in tre casi che conosco direttamente non è così: avendo ottenuto l'approvazione ci si prepara a sopravvivere tagliando i costi (la ricerca) e ci si concentra sullo sviluppo commerciale del prodotto approvato, con tutte le difficoltà di chi non ha le idee molto chiare riguardo a quel che serve e quel che non serve per avviare la produzione industriale di un principio attivo farmaceutico.

In un paio di recenti chiacchierate oziose con gente che si occupa di talent acquisition i miei interlocutori esprimevano frustrazione per una situazione che si mantiene deprimente: l'offerta di lavoro supera largamente la richiesta,le farmaceutiche globali offrono troppo spesso solo contratti a tempo e nel pool dell'offerta la popolazione dei seniores disoccupati in cerca di una nuova posizione compete con quella dei PhD o dei master appena sfornati dai sistemi universitari, il che non rende la vita facile a chi ha sulle spalle un prestito studentesco, per usare un eufemismo. Del resto anche dove sono attualmente ci sarebbe da assumere per almeno due posizioni ma si procede con i piedi di piombo e non si considerano neolaureati perché ci sono già contatti con candidati con cinque anni di esperienza e più.

Per il 2025 il mio consiglio a neolaureati e neodottorati italiani interessati a posizioni nell'industria è di cercare un parcheggio accademico /fuori dall'Italia), postdoc e simili, e continuare a guardarsi intorno. Se per l'industria il 2025 sarà quasi sicuramente un altro anno a chinghia stretta una miriade di differenti fattori sono all'opera (tra cui il Biosecure Act) e chissà, forse entro un paio di anni se ne vedranno gli effetti. 


PS: Quanto agli interventi politici nell'economia, l'unica industria che festeggia  è quella degli armamenti: il 2% del PIL in spese militari in Europa promette una montagna di soldi.

 

PROPOSITI PER IL NUOVO ANNO

 

Perché non vorrei mai fare parte d'un club che accetti tra i suoi iscritti un tipo come me.

Dopo la tardiva istallazione di una VPN mi sono reso conto che mi ha esposto a quel che perlopiù non mi mancava: la RAI attuale. E ho notato un certo qual fervore di fiction risorgimentale: Mameli prima, Leopardi poi. Ma la voce risorgimentale a cui sono più attaccato è la voce di Giuseppe Giusti, una voce che a differenza di Mameli e del suo brano più classico nessun governo italiano ha mai potuto piegare ai suoi fini. Dopo anni e anni continuo a riconoscervi il miglior spirito toscano. Mi permisi di semicitarlo, volendo riproporne l'attitudine, e di citarlo in toto, rendendomi conto nella rilettura di quanto più le cose cambiano e più rimangono le stesse. 

Guardando indietro, ancora una volta faccio mie le sue parole.

Io non son della solita vacchetta,
né sono uno stival da contadino;
e se pajo tagliato coll'accetta,
chi lavorò non era un ciabattino:
mi fece a doppie suola e alla scudiera,
e per servir da bosco e da riviera.

Dalla coscia giù giù sino al tallone
sempre all'umido sto senza marcire;
son buono a caccia e per menar di sprone,
e molti ciuchi ve lo posson dire:
tacconato di solida impuntura,
ho l'orlo in cima, e in mezzo la costura.

Ma l'infilarmi poi non è sì facile,
né portar mi potrebbe ogni arfasatto;
anzi affatico e stroppio un piede gracile,
e alla gamba dei più son disadatto;
portarmi molto non potè nessuno,
m'hanno sempre portato a un po' per uno.

lunedì 6 gennaio 2025

UN (RI)ADDIO AI MONTI (ANCORA ESPATRIO DEGLI ITALIANI E DINTORNI)


Il giorno del mio ritorno a nord dopo le vacanze di Natale era freddo e limpido, molto limpido. Da fuori dell'aeroporto il profilo dei monti era estremamente nitido. Mi sono ricordato di quando, in moto, salivo fino alla cima, in estate. Mi sono ricordato di quanto l'aria diventava fresca quando arrivavo al livello dei castagneti. Più in alto mi fermavo a guardare, da nord a sud: le Apuane, il lago di Massaciuccoli, la piana e più a sud le gru del porto di Livorno. Al largo, sul mare, Capraia, Gorgona, la Corsica e nelle giornate giuste anche, in lontananza a sud, l'Elba. E mi ricordo che guardando il panorama pensavo: "Il mondo della mia vita".

Beh, il mondo della mia vita si è dilatato non poco ed è un mondo diverso, più di trent'anni dopo, Non avrei mai potuto immaginarlo, ma mi sono mosso verso l'aeroporto dalla stessa fermata del bus dove arrivai, più di trenta anni fa, zaino in spalla, di ritorno da quello che fu il mio ultimo Interrail. Di quel viaggio tra l'altro mi ricordo Kirkwall, il suo porto con il mercato del pesce e velieri che erano arrivati lì da tutto il nord, incluso uno che veniva da Nantucket, Massachusetts: si erano fatti a vela il nord Atlantico.

Il porto di Kirkwall, Isole Orcadi, 1991

Fu l'occasione in cui incontrai per la prima volta l'Highland Park, fatto usando torba di erica (la torba di Hobbister Hill). A quei tempi non era un marchio ma il prodotto di una distilleria locale che aveva ancora solo piccole quote di esportazione. Veniva venduto negli spacci locali in bottigliette piatte da mezzo litro, cask strenght (56-60°, la quota da esportazione era in pezzi da 750 cc di solito con una più moderata gradazione di 40°), e il modo in cui andava giù liscio era piuttosto pericoloso. La sua versione attuale  più vicina al prodotto di allora secondo me è la 10 y.o. Ambassador's Choice. 

The snotgreen sea. The scrotumtightening sea. Epi oinopa
ponton. Ah, Dedalus, the Greeks! I must teach you. You must read them
in the original. Thalatta! Thalatta! She is our great sweet mother.
Come and look. 

E su un mare non color del vino ma del piombo traghettammo di ritorno verso Thurso...

Al di là di vecchie familiarità con il nord Europa, al di là di un inevitabile attaccamento alle mie radici, c'è tutto il resto, cioè la banale realtà del fatti.

https://forbes.it/2024/10/23/fuga-cervelli-costata-italia-134-miliardi-13-anni/

Nel movimento di giovani persone tra i Paesi europei l’Italia partecipa da grande fornitrice di persone ed è quindi fuori dalla circolazione di talenti perché è ultima per attrattività. È pericoloso continuare a cullarsi nella favola bella che facciamo parte di quella circolazione, perché vuol dire fingere che la bassa attrattività non esista. L’emigrazione dei giovani italiani non solo rende più difficile per le imprese la ricerca di persone da assumere ma accentua enormemente il mis-match tra domanda e offerta di competenze

That's it, e che in Italia si sia maestri nel distruggere valore non è certo una novità, ormai.  L'articolo evidentemente attinge a voci e fonti assai diverse tra loro, infatti a un certo punto si scrive: "L’Italia affronta una forte carenza di profili tecnici. Eppure, il 58,2% di chi è andato a lavorare all’estero svolge ruoli che nel nostro Paese le aziende faticano a ricoprire: professioni qualificate nei servizi, operai specializzati e semi-specializzati, personale senza qualifica."

E' del tutto chiaro che il punto è esattamente questo: è il ritratto di un sistema, quello italiano, che oggi ha bisogno di low skilled workers (un bisogno facile da soddisfare, se si offrissero stipendi dignitosi e se l'Italia non fosse il campione occidentale di stagnazione salariale). E a questo punto si è arrivati con un apparentemente irrefrenabile declino industriale. Intendiamoxi, esistono (o esistevano) in Europa esempi di grandi importatori di lavoratori low skilled: lo era il Regno Unito in era pre Brexit, continua ad esserlo la Germania, almeno fino all'altroieri. La capacità di attrazione di lavoratori low skilled è/era strettamente correlata all'offerta salariale: quale addetto alle pulizie in Italia può contare su un contrattto a tempo indeterminato e 1.700 eur di stipendio? Per quanto riguarda la Germania non dovrebbe essere dimenticata la "genialata" del nazismo di importare lavoratori low skilled ridotti in condizioni di schiavitù, non semplicemente  un episodio di un periodo orribile del XX secolo ma anche un indizio significativo sulla natura profonda di un sistema al di là delle sue vicende politiche. Perché la Germania è grande, produce(va) laureati sufficenti al suo fabbisogno di lavoro high skilled, quindi si è sempre potuta permettere di importare solo lavoratori altamente qualificati che rispondevano al suo requisito primario: tedesco almeno B2 (una classica attitudine imperiale non estranea anche alla Francia). Nel settore farmaceutico se c'è l'esempio di Biontech a sparigliare le carte, Bayer, in tempi remoti all'avanguardia, fornisce un caso tipico: unica statina revocata dal mercato per effetti collaterali, cosviluppa con Onyx Sorafenib (il farmaco antitumorale targeted con il peggior profilo di effetti collaterali della sua classe) e alla fine compra da Pfizer Monsanto, giusto in tempo per perdere una causa miliardaria negli USA a carico del suo nuovo acquisto. In generale poi resta il problema di dove vada la lealtà dei lavoratori low skilled importati: quando non molto tempo fa il governo tedesco presentò l'opzione per la cittadinanza buona parte dei 3.5 milioni di turchi in Germania scelse passaporto e cittadinanza turca (per quel che mi riguarda per la determinazione della mia lealtà nei confronti dell'attuale stato italiano, indipendentemente da chi governi, serve uno strumento capace di apprezzare 10-4).

Tornando all'Italia i vari piani per il "rientro dei cervelli" non mi hanno mai interessato per il più terra terra dei motivi: non mi convenivano. Le condizioni che hanno determinato il mio espatrio (alcuni dei miei cari dicono che avrei dovuto espatriare almeno dieci anni prima e non hanno torto) sono ancora tutte lì, niente si vede che prometta un'inversione di tendenza. Parlando da non giovane, quel che mi ha consentito di ricollocarmi all'estero non è stata pure fortuna (ma anche la fortuna serve): è stato il mio curriculum, o meglio la parte del mio curriculum che ho accumulato in Italia. Ovvero: in Italia esisteva un contesto che permetteva di costruire curriculum del genere, semplicemente quel contesto è stato quasi in buona parte cancellato, non dal destino cinico e baro ma da scelte (o non scelte) politiche. Quel che andrebbe recuperato è quel 30% di produzione industriale nel segmento a tecnologia medio alta, quello perso una quindicina di anni fa, quando al governo arrivò il garzone di bottega mandato dal droghiere a incassare i debiti sospesi. E pensare che qualche servo dei servi dei servi acclamò quel garzone di bottega come "salvatore della patria"...

mercoledì 1 gennaio 2025

AVIARIA, AVIARIA (H5N1): I GRANDI ASSENTI

 Mi ricordo anni fa un'altra lettera che arrivò verso la fine dell'anno... Ma questa è un'altra storia.

 

Ringrazio il collega per lo spunto, ma i pandemiofili sui social non sono certo una novità. Nonostante il loro pessimo track record (ne avessero mai indovinata una) non mi stupisce che insistano, nella speranza di poter scrivere "Ecco, lo avevo detto io!". E no, tutto questo non ha a che fare con "l'essere pronti nel caso che" (preparedness). 

Ad oggi l'influenza aviaria resta da un punto di vista umano una zoonosi: infezione trasmessa dal contatto con animali infetti o loro carcasse etc ( è così da decenni e in Cina ne sanno più che qualcosa). E' la ragione per cui, per esempio, in Europa i pollai anche privati a cielo aperto sono spariti da una trentina d'anni e passa. Ed è anche la ragione per cui tutti i ceppi influenzali in circolazione da decenni sono resistenti alle amantadine (la prima classe di antivirali antiinfluenzali): in Cina furono usatissime sui polli, in via preventiva, per evitare le morie da influenza con il conseguente danno per gli allevamenti di pollame (dai cui le resistenze). I vaccini veterinari per il pollame sono in giro da anni ma il vantaggio del loro uso è solo per gli allevatori in quanto non bloccano la circolazione del virus. Vaccini per i bovini al momento non ce ne sono, ma se ci fossero è largamente probabile che la situazione sarebbe la stessa. E sì, la California ha dichiarato lo stato di emergenza per H5N1 per la sua diffusione nei bovini (650 mandrie infette, con coseguente presenza del virus nella generalità del latte crudo prodotto in in quello stato) ma, citando l'articolo:

Officials with the Centers for Disease Control and Prevention stressed again this week that the virus poses low risk to the general public.

"Stressed again": di nuovo da CDC hanno sentito di nuovo il bisogno di dichiarare che il virus costituisce un rischio molto basso per la popolazione in genere (faccio notare che le nomine di Trump non sono ancora in essere). E se CDC ne sente il bisogno significa che anche oltreoceano nei media le cassandre non mancano - ma queste toppano sistematicamente, a differenza dell'originale. Per citare una situazione analoga, nonostante tutte le differenze trai i due patogeni, la TBC è stata endemica per decenni nei bovini in America Latina, con relativa contaminazione del latte. Ma i casi di TBC da consumo di latte o formaggi sono stati rarissimi e collegati al consumo di latte crudo, senza conseguenze epidemiche rilevanti (mi ricordo conoscenti sudamericani che ritenevano inconcepibile consumare latte senza prima bollirlo comunque, anche se già pastorizzato). In giro poi si legge che essendo la velocità di mutazione del virus molto alta, la trasmissione uomo-uomo è solo questione di tempo. Ok, se vogliamo parlare di tempo, essendo H5N1 in giro da decenni e non essendo mancate le zoonosi, se è questione di tempo l'evento ha una probabilità che appare piuttosto bassa, nonostante le mandrie infette (che non rimarranno infette per sempre). Da ultimo i casi di zoonosi negli USA fino ad ora perlopiù non sono stati gravi.

Quanto a "solo vaccini" in teoria mi dovrei chiedere il motivo di certe amnesie, ma francamente dopo sei anni di blog, cinque di pagina facebook e quattro di presenza twitter in realtà non me lo chiedo più. Le cose stanno così e basta. E' piuttosto chiaro che in presenza reale, potenziale o immaginaria di agenti capaci di scatenare un'epidemia c'è un solo copione: vaccino. Il punto è sempre stato che, vaccino o non vaccino, se ti prendi il virus del vaccino stesso te ne fai ben poco, specialmente se, vaccino o non vaccino, finisci in terapia intensiva con una polmonite interstiziale. E questa è semplice logica. Quello che sappiamo degli attuali vaccini antiinfluenzali è che non conferiscono immunità sterilizzante, cioè quello che impedisce la trasmissione del virus (stessa identica cosa per i vaccini antiCOVID), e questo è estendibile agli esistenti vaccini H5N1, tutti tradizionali, compresi i più nuovi (Sequirus, approvato sulla base dei titoli anticorpali). Moderna ha iniziato lo sviluppo di un vaccino mRNA pochi mesi fa mentre Arcturus Therapeutics ha iniziato una fase I, quindi servirebbero anni (ma EMA ha messo in conto l'approvazione ultraveloce in caso di pandemia), ma anche in questi casi, visti i precedenti, ben difficilmente si arriverà a prodotti conferenti immunità sterilizzante.

Quindi fondamentalmente se H5N1 provocherà un'epidemia e se finirai in terapia intensiva l'attenzione sarà ancora puntata sul vaccino: vaccinato? Con richiamo? Il che è un eccellente modo per evadere IL problema, cioè che, vaccino o non vaccino, se ti ammali in teoria dovresti avere il diritto ricevere terapie efficaci o in grado di limitare efficamente il danno (almeno dove esistono sistemi sanitari publici).

Ma poiché tutti hanno studiato su Contagion (2011), è scritto nella pietra che se parli di cure (la Forsithya) poi se ne vaccinano di meno. Il collaterale di questo santo comandamento sono, vaccino o no, i morti in terapia intensiva. Con buona pace di chi ha parlato e straparlato di infezioni autolimitanti, scordandosi con nonchalance che in certi casi non si autolimitano abbastanza e poi va a finire male. Ma GUAI a parlare di cure e quindi anche di terapie o riduzione del danno. Ne ha saputo qualcosa De Donno e troppa gente fu perfettamente a suo agio con l'esito della sua vicenda terrena (sì, la pandemia ci ha fornito un abbondante campionario di splendidi esseri umani). Quanto al discorso terapie, meglio lasciarlo al fronte del delirio, così non si parla della tragica assenza e insipienza della medicina di base.

I grandi assenti sono gli antivirali, se qualcuno non ci fosse arrivato, con il contingentamento della spesa protagonista della scena fino dai tempi di sofosbuvir, la prima cura per l'epatite C (la cosa finì pure al Parlamento Europeo). Quindi sarebbe del tutto inutile ricordare Peramivir IV,  anche perché, per motivi commerciali è stato ritirato dall'Europa (quasi nessuno se lo comprava). Ai tempi Peramivir IV si guadagnò il titolo di "antiinfluezale salvavita", quindi catturò la mia attenzione (perché per esperienza personale so che l'influenza può essere roba molto seria). Guarda caso resta l'agente in media più attivo anche contro H5N1, con un brillante IC50 di 0.1 uM.


https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC11175693/pdf/jiad418.pdf

Ma ancora sono considerazioni del tutto inutili perché al prossimo giro, se e quando sarà, in Italia vedremo proiettare lo stesso identico film, pari pari. 

PS: Quanto a rischio epidemico l'aviaria preoccupa da decenni, ma mentre si guardava in quella direzione negli ultimi 25 anni sono stati due coronavirus a fregarci con SARS e COVID19, a distanza di venti anni l'uno dall'altro.

domenica 29 dicembre 2024

QUELLI DALLA PARTE DEL TORTO, MA DEL TORTO MARCIO

 

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/12/28/paziente-no-vax-e-contrario-allintervento-pubblica-il-modulo-dellospedale-con-errore-primario-minacciato-terrorizzato/7819058/

Questo è lo stato delle cose.

Difficile sorvolare sulle dichiarazioni della Serracchiani, che ripete la filastrocca "fu tutto ben fatto secondo quanto dice la Scienza" incolpando il presente governo, che di colpe ne ha tante ma non quella di essere stato al timone durante "la miglior gestione della pandemia". Quanto alla "buona pratica della medicina" basta un colpo d'occhio a questa tabella per rendersi conto del disastro 2020 (e faccio presente che questi farmaci furono prescritti o usati negli ospedali):

Buona pratica e scienza, come no - l'hail mary protocol, più tutto il resto dell'indifendibile inclusa l'azitromicina, usata a casaccio, il cui massiccio uso ha contribuito all'emergere di ceppi di pertosse resistenti (per fortuna nell'elenco ci furono anche baricitinib, ruxolitinib, tocilizumab e metilprednisone).

Quella di Trieste è una bruttissima e complessa vicenda. E ancora più brutto è che un quotidiano la spacci come un sopruso tout court contro il paziente:

https://www.laverita.info/non-vaccinato-non-lo-operano-2670665851.html

La Verità si distingue ormai da tempo per un certo tipo di narrativa, diciamola quella dei radicalizzati senza se e senza ma, contigua e parzialmente sovrapposta al fronte del delirio. E mi ripeterò: capisco le ragioni delle radicalizzazioni, ma per le medesime non ho mezzo milligrammo di giustificazione. anzi, un forte disgusto. E so fin troppo bene che spesso trovano o rivendicano una ragione politica - il che è nient'altro che un vano tentativo di giustificarsi, perché da anni gli effetti politici di certe scelte sono nulli o deleteri (dal 2019 e dai tempi di certe allora famose "analisi sui vaccini").

In questo caso La Verità è arrivata a diffondere, ad oggi senza il minimo ripensamento (lo screenshot è del 29 dicembre) una versione errata e parziale degli eventi (era lo stesso paziente da anni contrario all'operazione chirurgica e lo stesso paziente ha provato a rigirare la frittata facendo uso di un errore burocratico). E quindi la testata, coscientemente o meno, si è fatta complice di una campagna d'odio che ha travalicato i social arrivando alle minacce dirette non contro un singolo (tra l'altro non direttamente coinvolto nel caso), ma contro un'intera famiglia.

Le demonizzazioni incrociate non sono cadute dal cielo, e ricordo bene chi si è poi lamentato delle campagne d'odio online come motore del fenomeno (potrei dire che ne so qualcosa, nel mio piccolo, me li ricordo i post triviali con sotto sequele di insulti - ma io ho le spalle larghe e ho sempre avuto un anonimato accuratamente difeso a proteggermi). Detto questo la situazione è evidentemente sfuggita di mano in modo grave e se un quotidiano nazionale decide di soffiare sul fuoco no, non ci sono scuse che tengano. E sono da stigmatizzare sia la campagna di odio e minacce che il vergognoso titolo della testata.

Quanto al che fare con pazienti del genere, al di là della eventuale rilevanza penale di loro azioni aggiuntive, la cosa fu già delineata in California anni fa: omologarli agli appartenenti a una setta religiosa. E in Italia c'è giurisprudenza inerente i Testimoni di Geova, per esempio: Il rifiuto di sottoporsi a determinate cure mediche, per motivi religiosi o di altra natura, anche laddove può portare all'evento morte, è, dunque, espressione di un diritto costituzionale (qui). Ma tra l'affermazione di un diritto e la falsificazione dei fatti seguita da minacce ce ne corre...


giovedì 19 dicembre 2024

PAUSA NATALIZIA

Pace in terra non se ne vede , ma un poco potete trovarne in questo J.S. Bach. Auguri di buone feste, il blog si piglia una pausa fino ad anno nuovo.

martedì 17 dicembre 2024

LA CANCELLAZIONE DELLE MULTE ETC

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/12/13/multe-cancellate-no-vax-demonizzazioni-incrociate-inutili/7803032/

La nostra conclusione, del resto, è che non dovremmo mai dismettere l’uso della ragione, del senso critico e dell’esercizio del dubbio. Aprire alle ragioni altrui, anche quando non coincidenti con le proprie, può nutrire un’idea di mondo e forme di convivenza nelle quali salute e democrazia non si eludano vicendevolmente, bensì fioriscano insieme, senza demonizzazioni incrociate e scontri che impediscono, sia alla politica che alla scienza, di procedere in modo arricchente per tutti.

Concludiamo ricordando Hanna Arendt: “Le ideologie ritengono che una sola idea basti a spiegare ogni cosa nello svolgimento dalla premessa, e che nessuna esperienza possa insegnare alcunché dato che tutto è compreso in questo processo coerente di deduzione logica”. Ecco, noi pensiamo che la pandemia sia stata una esperienza personale e politica che ha segnato fortemente la nostra storia e da cui non si possa prescindere. A tal proposito la sinistra – per quel che può significare ancora questa parola, incapace di suscitare come un tempo entusiasmo e mobilitazione tra lavoratori e nelle classi popolari – mostra per l’ennesima volta di non essere in grado di fare i conti con questa vicenda altamente simbolica. Ciò è grave perché perde sempre più credibilità e compromette il dialogo proprio con il popolo che dovrebbe rappresentare.

La polarizzazione: che dire?

Breve riepilogo: che la vaccinazione antiCOVID disponibile non fermasse la trasmissione del virus resta un fatto, perché tutti i tentativi di confutarlo ad oggi sono arrampicate sugli specchi e nei documenti dei regolatori farmaceutici di questo non c'è traccia.

Secondo, le infermiere immagine passate alla divulgazione scientifica (perché no? Se se ne occupano bottegai, ragionieri e laureati in lingue, perché non un'infermiera?). Si lamenta perché la cancellazione delle multe dà ragione ai suoi haters. Beh, nel mio piccolissimo di haters ne so qualcosa (Sara Gandini molto di più) e l'hater, di qualsiasi parte sia, è feccia purissima. Ma non si può né si deve ridurre la questione a dinamiche social. perché la questione esiste indipendemente da tali dinamiche. Poi se si vogliono sfruttare le stesse dinamiche (e gli haters) per riacquisire quella visibilità che è andata scemando, beh, questo è il solito trito giochetto.

Dopo di che parliamo un attimo di politica spiccia, politica elettorale, propaganda etc. So di per certo che nell'autunno elettorale delle ultime politiche le marieantoniette del PD e appendici erano convintissime di uscirne ancora sedute al tavolo governativo. E la doccia fredda dei risultati elettorali non ha provocato alcun genere di autocritica (comunque l'autocritica sarebbe stata in ritardo di una ventina d'anni e passa). Quei risultati elettorali furono l'ovvio prodotto di una gestione pandemica IMPOPOLARE (oltre a impopolare tanto altro a cominciare da a-scientifica mentre si dichiarava il contrario). Pensare a un risultato diverso era sintomo di un profondo scollamento dalla realtà. Dopo di che il governo uscito da quella tornata elettorale fa quel che fa, i partiti che lo compongono pigliano ceffoni all'ultima tornata di elezioni amministrative e quindi si procede a un'iniziativa (la cancellazione delle multe) per provare a recuperare.

Le elezioni non sono i social (contrariamente a quel che si dice): se nel segreto dell'urna la maggioranza degli elettori vota in un senso, mentre gli altri si astengono, beh, la sentenza degli elettori sulle passate politiche dovrebbe essere chiara.

Quanto alle opposte demonizzazioni, considerandomi un pragmatico e un realista,  sono qui per restare. Ma dove?

Nel mondo reale quelli più attivi sono i vari noquestoequello: alcuni atti eclatanti, scritte sui muri etc, ma casi isolati. Una continuata contestazione organizzata contro Speranza, già esaurita, che però non è mai andata sopra le righe (non è mai arrivata alle vie di fatto). Non si sono viste organizzazioni di pestaggi contro il "novax". A parte fatti episodici durante l'emergenza pandemica, nel mondo reale non se ne sono visti di daglialnovax  (categoria a cui appartengono alcuni disgraziati che appiccicano questa etichetta a Sara Gandini),

Quindi la "frattura nel paese" di cui alcuni parlano  rimane largamente confinate nell'ambito mediatico/social, dove soffiare sul fuoco è apparentemente un'attività relativamente innocua (vedere, per esempio, i commenti sotto l'articolo di Gandini e Bartolini). Ma resta una domanda: a parte chi lo fa perché non ha altro modo di affermare la sua esistenza se non l'attività di hater, chi ha interesse a soffiare sul fuoco? La mia ipotesi è la solita: il fronte del delirio oggi è la miglior chiave che hanno alcuni per giustificare censure e giri di vite, mentre altri sperano di usarlo per lucrare qualche frazione di punto in più nel prossimo giro elettorale. Il dibattito? Morto e sepolto da questa montagna di strame.

 

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...