martedì 3 ottobre 2023

IL SENSO E LA SFIDUCIA

Vorrei poter dire che compiango chi trova o prova a trovare il senso di un fenomeno o della propria esistenza nella "scienza". Vorrei ma non posso. Di solito sono soggetti che ritengono la filosofia superata e superflua, per esempio, per tacere d'altro.

Mi rendo conto che chi lo fa lo fa come innumerevoli altri hanno trovato il senso della propria esistenza in un Dio versione vecchio dai capelli bianchi, nel Sol Dell'Avvenire, in Mussolini, in Baffone (addirittura in Matteo Renzi).

Lunga storia... Le discipline scientifiche cercano il modo di spiegare fenomeni e alle volte nascono nel contesto di una rivoluzione tecnologica che le anticipa: la macchina a vapore preesiste a James Watt e alla termodinamica classica (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/09/lontano-dallequilibrio-da-2500-anni.html).

Quanto a fornire un senso a fenomeni e all'esistenza dei singoli... no, questo non è previsto. Se qualcuno lo crede è un poveraccio, uno di quei soggetti che impestano isocial parlando di "scienza" con cognizione di causa nulla. Per costoro "la scienza" è il biblico vitello d'oro. E' lì, è d'oro, si crede in lui. E basta.

Questi individui sono "casi da social", ma  rappresentano anche una certa "cultura" diffusa, distribuita quotidianamente dai grandi media, In realtà pare che questa area si restringa sempre di più, e qualcuno in alto loco lamenta il fatto che "la scienza" stia perdendo credibilità : il Nobel Parisi si chiede come il mondo abbia perso la sua fiducia in scienziati come lui (https://amp-theguardian-com.cdn.ampproject.org/c/s/amp.theguardian.com/commentisfree/2023/sep/25/tiktok-global-crisis-world-trust-scientists-online-attack). 

L'anno scorso, mentre il numero di italiani che si facevano la quarta dose di vaccino antiCovid era basso, Il ministro della Salute mi chiese, come scienziato, di apparire un uno spot di 50 secondi, spiegando perché i soggetti vulnerabili avrebbero dovuto farsi un'altra dose di vaccino. Fu trasmesso in TV centinaia di volte. Come risultato ricevetti molte email in cui mi si attacava; su Twitter e Facebook fui accusato (a sproposito) di essere nel taschino di Big Pharma.

Le dinamiche de isocial quelle sono, e Parisi dovrebbe saperlo: online sembrano una folla immensa, nelle urne fanno regolarmente zerovirgola. E ovviamente Parisi al soldo di Big Pharma è cosa che fa ridere i polli. Però...

... però un Nobel per la fisica che fa uno spot di politica sanitaria è cosa che stride un bel po', almeno per me. Poi chiaramente il Ministero, nella sua infinita idiozia, ha evidentemente pensato che essendo la quarta dose "scienza" e Parisi un Nobel lo spot era un'ottima idea. Ovviamente quello spot non risollevò i numeri della quarta dose e Parisi s'è beccato una secchiata di odio social. Pare che sia stato quello a fargli riflettere sul problema, e la conclusione è:

E' anche importante che noi scienziati non parliamo solo dei nostri successi ma anche dei nostri sbagli e delle nostri dubbi e delle nostre esitazioni. Spesso non c'è traccia, nel discorso scientifico della fatica del processo scientificoe dei dubbi che lo accompagnano. Se gli scienziati vengono visti come parte dell'èlite forse il primo passo nel ripristino della fiducia è una dose di modestia - per dimostrare che siamo umani quanto quelli che di noi non si fidano.

Belle parole, vero? Purtroppo Parisi si scorda di tutte le volte che quanto a COVID si è accodato alle previsioni della maggioranza, cannandole quindi  con una perfetta regolarità. Magari avrebbe potuto cominciare da lì, da quante volte ha sbagliato invece che dall'unica volta in cui ci ha beccato. Guarda caso non lo ha fatto. So much for accountability, so much for restored trust. 

Un possibile contributo alla risoluzione del problema sarebbe una massiccia smobilitazione dalle posizioni occupate nei media da ufficiali e marmittoni de "la scienza", ma figurati se mollano l'osso. Una volta un lettore mi chiese cosa ne pensavo dell'attività online di "un mio collega": gli risposi che non era un mio collega, perché io non lavoro nello spettacolo né ci ho mai lavorato.



domenica 1 ottobre 2023

IT AIN'T ME (RELOADED)


Some folks are born made to wave the flagHoo, they're red, white and blueAnd when the band plays "Hail to the chief"Ooh, they point the cannon at you, Lord

(Ovviamente i colori della bandiera possono variare a piacere)

Nell'autunno '21- son passati esattamente due anni - mi vaccinai con il vaccino anticovid J&J. Postai un "Liberamente vaccinato dove nessuno mi obbligava in nessun modo" e la cosa spiacque a molti. Il che confermava un mio sospetto, cioè che i più di quelli che parlavano di libertà e di scelte interpretavano la cosa come la loro libertà di fare le loro scelte, ma la libertà degli altri di fare le proprie non gli piaceva gran che, anzi, li urtava, Per molti di loro, come per la parte opposta, quello che contava era la professione di fede. E si sa come funziona, con le professioni di fede... Dopodiché comprendo che quando si è conculcati, privati di diritti, additati etc etc etc possa prendere molto molto male. E si può finire per "radicalizzarsi" - fino a uscire di testa in rarissimi casi. Figuratevi se non lo so. Figuratevi se non ne ho vista di gente che si radicalizzava, a cominciare dal 2017. E tra loro c'erano anche soggetti piuttosto brillanti. C'è chi lo faceva spinto dagli eventi, diciamo così. C'è chi l'ha fatto anche perché grazie alla radicalizzazione ha avuto un posto al sole (sulla carta stampata, per esempio). Poi, se si guarda a un certo partito al governo durante l'epidemia, di ultraradicali quando serviva che poi diventavano agnellini quando serviva qualcuno ne abbiamo visto.  Eh sì,  c'e chi si radicalizzava sperando di lucrarci qualcosa, politicamente soprattutto. Perché una cosa è la sacrosanta critica e opposizione alla immane schifezza che è stata in Italia la gestione della pandemia, mentre ammiccare pubblicamente ai settari "pandemia inventata", "sieri genici" etc è tutt'altro ed è pure politicamente idiota, perché fa il gioco dell'avversario rendendoti immediatamente omologabile agli sciroccati e quindi rendendo i tuoi argomenti omologabili agli argomenti degli sciroccati. Un esempio terra terra? Se dici "Il green pass è stato una violazione senza precedenti delle libertà individuali" è una cosa e i pasdaran/talebani di santo QR code si ritroveranno come unica opzione dialettica il dimostrarsi "fascisti dentro". Se dici "Il green pass è stato una violazione senza precedenti delle libertà individuali e su COVID hanno avuto ragione Montagnier e Scoglio" sei automaticamente derubricabile a terrapiattista/dintorni e l'argomento "violazione senza precedenti delle libertà individuali" va a finire nell'immondizia assieme alle uscite di Montagnier e Scoglio, che all'immondizia appartengono. Questa è roba di cui qua sopra si parla da anni e il concetto non è mai passato, perché contano più i santini di una ben più che legittima istanza politica.A dispetto della storia recente, che quanto a sconfitte politiche di sciroccati e dintorni non è stata avara.

Quindi la radicalizzazione la comprendo, dicevo. Ma giustificare no. Non giustifico un cazzo di niente,

Comunque mi vaccinai e il giorno dopo andai tranquillamente al lavoro (amici che se l'erano fatto mi avevano consigliato di prendere almeno due giorni di sick leave), Non ho fatto alcun booster, mi sono preso il COVID un paio di volte attendendomi alle regole della nazione in cui sono residente. Zero problemi, zero strascichi. Alla faccia di quelli "non c'è COVID senza LongCOVID". Ah sì, scordavo, il LongCOVID ce l'ho di sicuro ma è asintomatico. Perché se la scienza è controintuitiva la divulgazione è controintuitava al massimo, fino alla completa incoerenza e incongruenza.

Il mio personalissimo caso non è statisticamente rilevante, ovvio. Ma ai singoli la statistica interessa fino a un certo punto (presente la storia del mezzo pollo?). Ai singoli interessa quello che accade a loro, in un senso o nell'altro.

Il vaccino J&J era stato approvato da FDA e poi da EMA. Un processo di sviluppo e approvazione perfettamente lineare. Ma il problema delle trombosi del seno venoso cerebrale sembrerebbe che fosse specifico della classe dei vaccini a vettore adenovirus (https://en.wikipedia.org/wiki/Janssen_COVID-19_vaccine ). A fine 2021 CDC si pronunciò per la preferenza verso i vaccini mRNA e J&J nel '23 ha chiesto il ritiro delle approvazioni condizionali.

A differenza del vaccino J&J quello AstraZeneca  ha avuto episodi assolutamente imbarazzanti e anche peggio durante il suo sviluppo (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/12/dilettanti-allo-sbaraglio.html,  cose che a me fanno svettare una red flag di quelle che non si possono ignorare ma che per tanti "titolati", medici in primis, sono quisquilie, pinzillacchere). Non è mai stato approvato negli USA e per una serie di solidissimi motivi: trial inadeguati secondo FDA, e Astra ha deciso di rinunciare all'approvazione oltreoceano (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/03/brevissime-dal-mondo-covid-pietre.html) . Tutta l'Europa nel '22 ne ha sospeso l'uso ma l'autorizzazione EMA è rimasta al suo posto.

In Inghilterra Eric Clapton faceva scalpore, passando per novax (https://www.open.online/2021/08/29/covid-19-eric-clapton-canzone-no-vax-video/) : che i factchecker fossero completamente impossibilitati a decifrare un episodio significativo causa clausole contrattuali (hail to the chief) era assolutamente scontato. Ma passando da chitarristi storici al BMJ (nota testata complottara novax) c'era chi richiedeva i danni (https://www.bmj.com/content/380/bmj.p725). E l'offerta di vaccino Astra in occidente è semplicemente evaporata. Anche in UK nel '22 si andava a vaccini mRNA, o meglio Pfizer, e chi avendo fatto Moderna voleva il booster Moderna non aveva vita facilissima. Tutto questo ormai è passato remoto. Ma...

... ma conservo un archivio.  Questa fu una reazione a https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/03/astrazeneca-ema-e-tutto-il-resto.html

(Quanti se ne sono visti negli ultimi anni di quelli che FDA può solo spicciargli casa?)

Aveva ragione lui, perché FDA era controllata da Trump. Anche dopo che è arrivato Biden. Quindi la figura di merda è mia (e spero che qualcuno colga il sarcasmo, ma sono sicuro che molti non l'avrebbero colto). E questo a memoria era uno di quelli che ironizzavano sui "laureati su google", mica micio micio bau bau.

Questa è una delle ragioni per cui il "dibbbattito" sui social e in genere sul web non ha senso. Perché ciccio, quello del commento, continuerà a pensare che aveva ragione lui fino alla fine dei tempi. I social media sono impermeabili alla dialettica della storia. Tradotto in parole povere: controbattere tali soggetti non ha senso e non lascia traccia. Ma mi preme ricordare che le posizioni di ciccio erano le posizioni della "divulgazione" tutta, che si era pure pregiata di discettare di postverità. Giusto per precisare perché, almeno nella mia vita professionale il track record conta e non poco.



giovedì 28 settembre 2023

2022, COVID, MASCHERINE, CULTURE CLASH

Erano i tempi...

I tempi in cui, per esempio, su tutti i treni italiani era d'obbligo maschera e green pass. Ma da Milano partiva un eurocity per Francoforte cogestito con le ferrovie svizzere in cui non serviva né pass né mascherina.

Erano i tempi in cui il personale di un volo partito dall'Italia faceva la voce grossa senza considerare che erano atterrati in una nazione in cui le regole erano tutte diverse.

   

Erano i tempi in cui fare avanti-indietro tra paesi nordeuropei isole comprese e Italia era surreale (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/04/back-and-forth-from-fucked-up-country.html): Italia e italiani offrivano uno spettacolo di comicità involontaria da branco di lobotomizzati. Ovviamente i probiviri e le buonedonne sostenevano a voce fin troppo alta (per il branco italiano) che non era vero, che altrove le restrizioni erano esattamente le stesse- grande scemenza. E il branco annuiva e applaudiva, salvo restare interdetto quando sbarcava. Allora l'italiano atterrava e si rendeva conto da subito di ritrovarsi rara avis. Guarda caso, dal giorno due dall'atterraggio, perlopiù si adeguava. A dimostrare che non si tratta di convinzioni, il tratto prevalente italiano è il conformismo. E il conformismo di quelli che da altrove twittavano e postavano in italiano questo e quello era solo perché volevano fortissimamente tornare nello stivale, da mamma. Expat senza convinzione, expat ma non cosmopoliti. Il peggio del peggio del peggio. All'epoca più del solito i media italiani dipingevano gli italiani cone riottosi e indisciplinati. Magari fosse stato! La maggioranza si è conformata in silenzio. Ma la maggioranza conforme uscendo dai confini ci metteva niente a conformarsi a regole del tutto differenti. Erano quelli convinti, tipo l'equipaggio di quel volo, che raccatavano figure escremenziali.

PS: Chi ha i numeri se ne va, chi non li ha resta: peggio per voi.




mercoledì 27 settembre 2023

C'ERA UNA VOLTA UN NETWORK PROFESSIONALE

https://www.lettera43.it/linkedin-social-guru-storytelling/
Non sarebbe dovuta andare a finire così, forse.

Da più di una ventina di anni uso linkedin strettamente per lavoro. Solo per quello. E per lavoro, nel tempo, si è dimostrato di una certa utilità, per quanto non manchi gente che lo giudica completamente inutile... e al riguardo l'unico commento possibile da parte mia è questo:


All'inizio linkedin era solo quello: network professionale, con le aziende che si promuovono e gi annunci di lavoro. E se si ha a che fare sempre per lavoro con qualcuno è facile risalire al suo profilo e vedere in passato per chi ha lavorato facendo cosa. In breve linkedin può essere anche un discreto strumento di business intelligence. Breve nota per le aziende che promuovono la propria immagine: puro marketing che spesso fa sembrare autentici scalzacani leader del mercato. Colpa anche di PR men un po' troppo incompetenti ma molto entusiasti e scintillanti. Un esempio? Un'univeristà aveva assoldato qualcuno per fare promozione e questo ne è uscito, su linkedin:


Ovviamente agrari, forestali e scienziati della produzione animale con equazioni differenziali, vettori etc non hanno niente a che fare (e neppure con la chimica), ma tanto è tutto "scienza", no? Le risate che si sono fatti amici e colleghi su questa cosa ve le potete immaginare.

Comunque tutto questo è rimasto. Ma nel tempo si è aggiunto molto altro. Nel tempo l'aspetto "social media" è cresciuto a dismisura. E oggi...

Una volta era il social del recruitment e del lavoro. Ora è uno spazio in cui guru sconosciuti fuori dalla loro bolla promuovono uno storytelling atteggiandosi da Dalai Lama e sperando di essere i nuovi Aranzulla. Basta avere un ego esuberante, fingere di non essere dei cazzari e non temere di apparire ridicoli.

«Specchio social delle mie brame, chi è il professionista più figo del reame ?». A Linkedin ci riferiamo, anche se la domanda si pone per tutti i social media, in modi diversi ma con identica propensione narcisistica e risposta dopaminica. Parlare di sé dà molto piacere e in Rete è possibile farlo senza freni, perché manca l’interlocutore dal vivo. Dati empirici e ricerche scientifiche dicono che se nella relazione faccia a faccia uno può parlare di sé per il 20/30 per cento del tempo, nelle conversazioni sul web si può arrivare sino al 70/80 per cento. Insomma che sia un commento, una foto, una condivisione quasi tutto tende sempre a gravitare attorno al postatore. «Io sono io e voi non siete un cazzo!»: fatte le debite differenze socio-tecnologiche, ci troviamo sempre nei paraggi de Il marchese del Grillo.

E questo spiega, quanto all'Italia, che ci facciano su linkedin debunker e divulgatori, gente il cui curriculum non interesserebbe a nessun reclutatore. Comunque non hanno bucato il linkedin social, che resta in qualche modo professionale e business oriented - e poco interessatato alla divulgazione.

Ma l'aspetto social non si limita a questo: su linkedin ormai si convide anche da altre piattaforme, come succede isu un'altra qualsiasi piattaforma: ci sono professionisti sul viale del tramonto che su linkedin postano la propria pagina facebook, o che ripostano lì quello che hanno postato su facebook, o twitter. Fu con grande sgomento che mi trovai davanti agli occhi su linkedin un repost della pagina fb CS - perché, ripeto, per me linkedin è stata sempre e soltanto una cosa di lavoro mentre ogni attività CS per me è sempre stata altamente extracurriculare (roba che non fa curriculum). Detto questo e potendolo fare senza essere notato, ho dato un occhio a certi divulgattori di poca competenza e di una certa notorietà e like sul fronte italiano con cui ci furono alterne vicende, quando CS era su isocial. Quelli più giovani, poveretti, mettono a curriculum il poco che hanno, cioè perlappunto la militanza social assieme altre 2 cose. Ovviamente da un punto di vista professionale non gli è fruttato gran che - diciamo pure nulla. Perché non hanno capito le regole del gioco e per capire gli serviranno anni e anni: il carosello delle vanità narcisistiche (isocial) interessa ai reclutatori solo per capire se sei persona problematica e quindi da evitare. E specialmente fuori dal teatrino italiano parlando di professione, cosa hai potuto fare o non fare di "scienza" su isocial tricolori non interessa, neanche un po'.

Quanto a linkedin e alle cose serie, la situazione non è cambata negli ultimi anni (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/12/chimica-cercare-lavoro-online.html). E il modo migliore per far sembrare linkedin quello che era è evitare di seguire guru, CEO di sé stessi e professionisti preda di una irrefrenabile bulimia social.

martedì 26 settembre 2023

ORWELL NON ERA UN MANUALE DI ISTRUZIONI. PERO'...

La frase l'ho letta scritta da qualcuno, non ricordo dove né quando, e l'ho trovata significativa. 

Per fare un esempio, la faccenda dei due minuti di odio sembra qualcosa di perfettamente attuale

 

(Il film uscì nel 1984 - ovviamente - ed era una trasposizione piuttosto fedele del romanzo di Orwell. Fu l'ultima apparizione di Richard Burton in un film e Winston Smith fu interpretato da un immenso John Hurt).

A parte i due minuti di odio, non si sono visti negli ultimi anni tentativi di riscrivere la storia?

Per esempio la maggior parte dei giornalisti italiani, per tacere di fact checkers e debunkers, sembrano dipendenti modello del Ministero della Verità.

Poi più di una volta mi è capitato di scrivere che se i vari no-qualcosa non ci fossero sarebbero stati inventati. Non sono forse una perfetta incarnazione volontaria di Goldstein e non hanno forse esercitato la medesima funzione? Rendetevi conto del livello: identificarsi nell'essere funzionali credendo fermamente di essere antagonisti.

E' la forza delle distopie classiche. Direi che il discorso è largamente allargabile a "Il tallone di ferro" di Jack London (romanzo che conobbe una versione cinematografica russa, film muto del 1919).

E' bene ricordare che un'esperienza determinante per Orwell, che influirà molto sulla sua opera, è stata la sua militanza nel POUM (Partido Obrero de Unification Marxista https://en.wikipedia.org/wiki/POUM) ai tempi della guerra civile spagnola. E in questa esperienza particolarmente importanti furono gli eventi del 1937-38 a Barcellona, dove gli stalinisti approfittarono della situazione di guerra ormai persa per regolare i conti in casa, dichiarando fuorilegge sia gli anarchici che i troskisti del POUM, con una triste coda di arresti ed esecuzioni sommarie. L'episodio più infame fu forse l'assassinio di Andrés Nin, cofondatore del POUM, seguito al suo arresto (https://it.wikipedia.org/wiki/Andr%C3%A9s_Nin). Di film in film se qualcuno si definisce "di sinistra" Terra e Libertà di Ken Loach se lo potrebbe pure rivedere. E magari si potrebbe leggere (o rileggere) Storia della guerra civile spagnola di Hugh Thomas, che ai tempi fu tradotto e pubblicato da Einaudi (pensate un po').



I comunisti, socialisti, anarchici  o altro che combatterono per la Repubblica, se sopravvissuti, ebbero storie alterne. Perché l'avevano vissuta, fino alla fine, e avevano visto tutto, compreso quel che alla fine successe . E quindi spesso furono guardati con odio (dai nemici) o con estremo sospetto (dai supposti amici). Ormai dimenticata dai più, al di fuori della Spagna, resta uno dei momenti salienti della storia del XX secolo. E la storia del come e del perché di una lunga serie di sconfitte. 

Nella vicende recenti la guerra civile spagnola è citata in Oppenheimer di Nolan, ma è largamente presente nella grande storia della letteratura del 900: a parte Hemingway, mi piace ricordarla come elemento di sfondo in Under the volcano di Malcom Lowry: nel romanzo Hugh, il fratello del Console, è in procinto di contrabbandare armi per la Repubblica.


domenica 24 settembre 2023

FALLIMENTI POLITICI E POLITICHE FALLIMENTARI

 

https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/09/20/dopo-il-covid-va-constatata-la-mancanza-di-dialogo-da-sinistra-e-questo-per-due-motivi/7295702/


Chi voleva ragionare sugli effetti delle chiusure sulla società, nei termini di ampliamento delle diseguaglianze e quindi delle sofferenze per l’intera collettività, così come chi ha sollevato il problema delle discriminazioni con l’arrivo del green-pass, è stato qualificato come integralmente “reazionario” senza alcun approfondimento delle obiezioni sollevate.

Ma non c’è solo questo. Noi individuiamo anche un’altra dinamica profonda, che interessa strutturalmente le cosiddette sinistre, quelle riformiste subalterne al neoliberismo e quelle antagoniste minoritarie. Crediamo che, per spiegare i molti errori compiuti in merito alla questione sindemica, sia necessario invocare un meccanismo di compensazione psicologico.

Un pregevole seminario residenziale organizzato questo settembre da LABOSS (Laboratorio su salute e sanità), con presenti personalità rilevanti come Nicoletta Dentico e Silvio Garattini, nonostante un’impostazione complessiva assai condivisibile, centrata sull’urgenza di proteggere il servizio sanitario nazionale dall’attacco a cui è sottoposto da anni e sulla necessità di rilanciare la ricerca e l’intervento pubblici per limitare lo strapotere delle case farmaceutiche, segnala ancora la difficoltà, e persino la ritrosia, a esprimere parole nette e inequivoche sugli errori fatti dalle istituzioni nella gestione autoritaria della pandemia/sindemia.

Gandini e Bartolini fanno notare per l'ennesima volta un fatto che dovrebbe essere assodato da un bel po': l'area collettivamente definibile "sinistra" ANCHE fuori dal parlamento ha largamente espresso questo genere di posizioni. Per fortuna c'era anche altro. Un ragionamento su quel che la gestione COVID ha voluto dire in Italia c'è stato, in pezzi della base. Ma mi hanno raccontato un episodio significativo, inerente una delle poche manifestazioni di sinistra contro il green pass. Una manifestazione senza infiltrazioni fascistoidi o del fronte del delirio. Gruppetti desinistra contromanifestarono e un ragazzetto andò a urlare in faccia a un manifestante, un attempato sindacalista con una lunga storia di sinistra extraparlamentare: "Fascista!". Il contestato conosceva il ragazzetto, figlio di un suo amico e lo apostrofò con "Ma finiscila, se no lo dico a tu' pa'!".

Dopodiché vorrei far notare un errore di metodo: inserire nel discorso Nicoletta Dentico e Garattini e lamentare che non abbiano espresso critiche. Non lo hanno fatto perché non perché loro non hanno mai avuto motivo di criticare.

Nicoletta Dentico ha da sempre le classiche posizioni "uova gratis, abbasso le galline"  (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/04/uova-gratis-per-tutti-abbasso-le-galline.html), la stessa demenzialità politica che permea la sinistra dem USA (Ocasio Cortez) nonché tutte le ONG che possono venire in mente. Quanto all'ormai senile Garattini è tra quelli che da sempre predica il genericista asiatico (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/11/lideologia-sanitaria-e-il-dilagare-dei.html), come se il profitto di Cipla o Aurobindo pur essendo profitto industriale sia "buono" mentre il profitto di Novartis o Gilhead è "cattivo".  Guarda caso il genericista asiatico è da sempre la scelta OMS, che di fatto ha anche dichiarato di volersi porre al di fuori della regolazione farmaceutica occidentale

Cosa ci sia dietro l'industria asiatica dei generici ormai si sa (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/11/differenze.html). Ormai l'80% e passa dei principi attivi a brevetto scaduto viene comunque da lì e di fatto se il sistema più o meno regge è grazie alla "messa in sicurezza" delle supply chain da parte delle aziende occidentali. Chi come Dentico e Garattini presenta false soluzioni dettate da ideologia e/o profonda ignoranza in materia di fatto fa il gioco di quanti predicano la riduzione della spesa sanitaria o la ignorano ostentatamente.

La risposta a costo e disponibilità di farmaci è una sola: industria pubblica. L'industria finanziata dal pubblico l'abbiamo ben vista nel periodo COVID: negli USA vaccini e farmaci sono stati resi disponibili anche ai non assicurati. Il che è più di quanto sia successo nell'Europa dei sistemi sanitari pubblici o misti, un'Europa che ha essa stessa beneficiato, alla fine, dei miliardi di Warp Speed. Ne ha beneficiato con la disponibilità di quei prodotti sviluppati grazie a quell'immenso finanziamento, perché se vedete quanto è stato finanziato nell EU e a chi sono andati i finanziamenti (CureVac, un vicolo cieco)... Senza USA e UK l'EU sarebbe rimasta a mani vuote e lasciamo perdere quel che è stato all'inizio del 2021 (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/03/vaccine-wars-lescalation.html).

Il "piccolo" particolare del finanziamento pubblico USA: i profitti sono rimasti strettamente privati.

Quindi il modello da seguire sarebbe Cuba?  A ben vedere sì. La vicenda Soberana dimostra che anche una nazione piccola e povera di mezzi può mettere in pratica questo genere di politiche. Cuba, ma con standard regolatori occidentali, magari. Perché con la sottesa storia del doppio binario per cui per i paesi poveri vanno bene standard più bassi sarebbe anche ora di finirla. Eppure è la dottrina OMS nonché quella di diversi medici, farmacologi (tipo Garattini) e altri soggetti che di come viene sviluppato e prodotto un farmaco non hanno idea, però pontificano al riguardo.


giovedì 21 settembre 2023

LONTANO DALL'EQUILIBRIO, DA 2.500 ANNI

Ignis mutat res, il fuoco trasforma la materia. Il fuoco porta a reazioni chimiche, a processi come fusione e evaporazione. Il fuoco fa esplodere il carburante e rilascia calore. Da tutte queste comuni cognizioni del XIX secolo la scienza ricavò il singolo fatto che la combustione produce calore e che il calore può produrre aumento di volume; e come risultato finale la combustione produce lavoro. Il fuoco porta quindi a una nuova macchina, la macchina termica, l'innovazione tecnologica su cui è stata fondata la società industriale.

Quale è il nesso tra "calore" e "lavoro"? Questa domanda fu all'origine della formulazione del principio di conservazione dell'energia. Il calore ha la stessa natura dell'energia, il calore è trasformato in lavoro ma l'energia è conservata. Ma c'era di più.

Nel 1811 il barone Joseph Fourier, prefetto di Isere (quello della trasformata, NdCS), vinse la medaglia dell'Accademia Francese delle Scienze per la sua descrizione matematica della propagazione del calore nei solidi. Il risultato formulato da Fourier era sorprendentemente semplice ed elegante: il flusso di calore è proporzionale al gradiente di temperatura. E' degno di nota che questa semplice legge si applichi alla materia qualunque sia il suo stato, solido, liquido o gassoso. Inoltre rimane valido qualsiasi sia la composizione chimica del materiale, sia esso ferro o oro. E' soltanto il coefficiente di proporzionalità tra flusso di calore e gradiente di temperatura che è specifico di ogni sostanza. La legge di Fourier fu la prima a descrivere un processo irreversibile. C'è una direzione privilegiata del tempo quando il calore fluisce secondo la legge di Fourier, dalle alte alle basse temperature. Questo è in contrasto con le leggi della dinamica newtoniana in cui passato e futuro hanno lo stesso ruolo (il tempo entra nella legge di Newton solo tramite derivate seconde, quindi la legge di Newton è invariante rispetto alla inversione del tempo t -t). E' la seconda legge della termodinamica che esprime la differenza tra processi "reversibili" e irreversibili attraverso l'introduzione dell'entropia. I processi irreversibili producono entropia.

La storia dei due principi della termodinamica è estremamente curiosa. Nati nel mezzo di questioni tecnologiche acquisirono rapidamente uno status cosmologico.
 

Infatti se esponiamo i principi come formulati da Rudolf Clausius (1822-1888) in the year 1865:


"L'energia dell'universo è costante"

"L'entropia dell'universo procede verso un massimo".


Fu la prima formulazione cosmologica  evoluzionistica. 

Fu una dichiarazione rivoluzionaria perché asserire l'esistenza dei processi irreversibili (e quindi dell'entropia) confligge con la visione della dinamica, reversibile rispetto al tempo. Certo, la dinamica classica è stata superata da meccanica quantistica e relatività. Ma il conflitto rimane perché sia nella meccanica quantistica che nella relatività le leggi dinamiche di base sono reversibili rispetto al tempo.
La risposta tradizionale a questo punto è l'enfatizzare il fatto che i sistemi considerati dalla termodinamica sono così complessi (contengono un numero immenso di particelle) che siamo obbligati ad introdurre approssimazioni. La seconda legge della termodinamica avrebbe la sua radice nelle approssimazioni! Alcuni autori si spingono a sostenere che l'entropia è solo un'espressione della nostra ignoranza.

Di nuovo la recente estensione della termodinamica a situazioni lontane dall'equilibrio è essenziiale. I processi irreversibili portano a nuove strutture spazio-tempo. Giocano un ruolo costruttivo fondamentale. Nessuna vita sarebbe possibile senza processi irreversibili. Sembra assurdo suggerire che la vita sia il frutto delle nostre approssimazioni! Quindi non possiamo negare la realtà dell'entropia, l'autentica essenza della freccia del tempo in natura. Siamo i figli dell'evoluzione, non i suoi progenitori.
Domande inerenti la relazione tra entropia e dinamica hanno ricevuto una grande attenzione recentemente ma sono tutto tranne che semplici. Non tutti i processi dinamici richiedono il concetto di entropia. Il moto della terra attorno al sole è un esempio in cui l'irreversibilità (dovuta all'attrito delle maree, per esempio) può essere ignorata e il moto può essere descritto da equazioni simmetriche rispetto al tempo. Ma recenti sviluppi nella dinamica nonlineare hanno mostrato che tali sistemi sono eccezioni. La maggior parte dei sistemi esibisce un comportamento irreversibile e caotico.

(D. Kondepudi, I. Prigogine, 2014)

Già, la maggioranza dei sistemi esibisce un comportamento irrevesibile, caotico (che non vuol dire casuale o confuso https://ilchimicoscettico.blogspot.com/search/label/Caos ). Ma questo semplice assunto sembra sfuggire ai più, specialmente tra quanti oggi come oggi vengono definiti "scienza" o "comunità scientifica". E così abbiamo sentito parlare di crescita lineare di casi di morbillo nel 2017 e di "esponenziali" COVID nel 2020 (in fondo un esponenziale in scala logaritmica è una retta) - e ancora si continua.

Il che mi fa citare per l'ennesima volta Lord Robert May con le sue parole del 1989:
"Il messaggio che mi parve urgente più di dieci anni fa è ancor più vero oggi: non solo nella ricerca biologica ma anche nel quotidiano di politica ed economia le cose sarebbero molto migliori se si comprendesse che semplici sistemi nonlineari non possiedono necessariamente proprietà dinamiche semplici"
 
Ma niente da fare: per quanto il messaggio fosse urgente nel 1979 e nel 1989 e ancora più urgente nel 2023 continua ad essere fondamentalmente ignorato. E sembra una cosa profondamente connaturata nella maggioranza degli esseri umani, da tempi immemorabili.
 
Solo rileggendolo ho notato il sapore eracliteo dell'incipit del brano di Kondepudi e Prigogine. Ma in fondo Eraclito ci ha dato la prima formulazione della freccia del tempo a suo modo, mentre gli eleatici ritenerro il tempo illusorio. E non solo. Se siamo debitori di un gallo ad Asclepio e dell'entropia a Carnot ( https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/11/entropia-in-uk-e-imparare-ad-essere.html), a Eraclito dobbiamo anche il λόγος. Eppure cosa scriveva ai suoi tempi?
E' bene riportare una delle note di France Fronterotta, curatore di questa edizione dei Frammenti:

Il verbo φρονέυω significa in generale «riflettere», «ragionare» o anche «pensare», ma in questo caso sembra alludere piuttosto a un processo di comprensione o di consapevolezza, che i più non riescono
a porre in atto, rivolto a oggetti e fenomeni dell’esperienza ordinaria e quotidiana, verosimilmente proprio quelli che invece essi avrebbero la capacità di comprendere se, come indica il fr. 1 [1 DK; 1 Marc.], prestassero attenzione all’ascolto e all’insegnamento del «ragionamento», che appunto rivela «ogni cosa in base alla sua natura e dicendo com’è»

No, non è possibile immergersi due volte nello stesso fiume, eppure da 2.500 anni ci si continua a scordare di questa semplice evidenza. Questo frammento eracliteo, come altri, proviene dagli Stromata di Clemente Alessandrino e questa provenienza non è che l'ennesimo segno della forza intelletuale dei padri alessandrini, che ebbero a scontrarsi con sette dualiste più o meno cristianeggianti. Queste sette predicavano l'inferiorità ontologica di buona parte degli esseri umani rispetto agli πνευµατικοi, gli spirituali (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/01/divagazioni-antiche-tardo-antiche-etc.html). Il che a ben vedere, mutatis mutandis, è una delle ideologie più diffuse in questo secolo: le istanze tese a privare di diritti costituzionali i non conformi le abbiamo ben viste e l'infinita invettiva contro gli analfabeti funzionali o di ritorno da parte quelli che "leggono" o "hanno studiato". Ma nel frammento eracliteo non si parla di lettura o studio: φρονέυω, appunto, che è tutta un'altra cosa.

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...